
(AGENPARL) – Tue 22 July 2025 *Comunicato Stampa*
*La Cgil di Padova diffida Poste Italiane*
*Lo “Sportello Amico” di Poste Italiane diventa “Sportello Nemico”: la Cgil
di Padova denuncia pratiche Illegittime di Poste Italiane sui Permessi di
Soggiorno*
La Cgil di Padova ha denunciato oggi, in una conferenza stampa tenutasi
presso la propria sede, le gravi irregolarità e le prassi arbitrarie
adottate dagli uffici postali della nostra provincia riguardo al rilascio e
rinnovo dei permessi di soggiorno tramite Kit Postale. La situazione, che
si protrae dal 2022, sta creando enormi difficoltà e spingendo
all’illegalità numerosi cittadini stranieri, nonostante abbiano tutti i
requisiti per risiedere regolarmente in Italia.
Alla conferenza stampa hanno partecipato Alioune Badara Diop, Segretario
Confederale della CGIL di Padova, Eleonora Tolo dell’Ufficio Immigrazione
dell’Inca CGIL di Padova, Stefano Gallo, funzionario della SLC CGIL Veneto,
l’Avv. Marco Paggi dello Studio Legale Paggi-Giantin, e Lara, una cittadina
brasiliana direttamente colpita da queste problematiche.
*La Violazione della Convenzione: Poste Italiane Oltre i Limiti*
Come sottolineato dal Segretario Confederale Alioune Badara Diop, la
convenzione tra il Ministero dell’Interno e Poste Italiane definisce
chiaramente i compiti degli uffici postali, limitandosi al controllo di
documenti e alla verifica della corrispondenza tra quanto esibito e la
domanda. I controlli più approfonditi, relativi all’ingresso e al soggiorno
sul territorio italiano, rimangono di esclusiva competenza della Questura.
“Nonostante la normativa sia molto chiara – ha affermato Diop – Poste
Italiane, oltre a fare quello che deve fare, va ben oltre. È dimostrato,
attraverso molteplici episodi (ultimamente siamo arrivati a 10 casi alla
settimana) che dal 2022, negli uffici postali della provincia di Padova (e
recentemente anche in alcuni di Verona, Vicenza e Venezia), diversamente da
quel che accade nel resto del territorio nazionale, gli uffici postali
ritengono arbitrariamente di poter procedere a ulteriori verifiche,
sostituendosi di fatto agli organi di polizia a ciò preposti.”
*Controlli abusivi e le loro conseguenze devastanti*
L’Avv*. *Marco Paggi ha illustrato nel dettaglio la natura di questi
controlli illeciti: “Sono stati, per esempio, effettuati controlli
afferenti la presenza o meno di visto di ingresso per persone provenienti
da Paesi in esenzione del visto, la presenza o meno del timbro d’ingresso e
della data riportata nei casi in cui ciò non sia necessario a stabilire la
possibilità di rilascio di un permesso di soggiorno e così via. E sia
chiaro che ciò avviene senza che l’impiegato postale abbia nessuna
competenza specifica sulla materia, competenza che, peraltro, richiede
tempo e studio”.
Le conseguenze di tali pratiche sono drammatiche, come ha spiegato Eleonora
Tolo dell’Inca CGIL: “I richiedenti il permesso di soggiorno o il suo
rinnovo vedono negata la possibilità di spedire il kit e quindi di ottenere
la ricevuta che fa da titolo per continuare a stare nello Stato italiano.
Significa, molto banalmente, essere costretti ad essere invisibili, non
poter fare nessuna richiesta: per le assicurazioni, per la copertura
sanitaria, per un contratto di lavoro. Di fatto, persone con tutti i
requisiti per stare in Italia, sono costrette ad essere clandestine. Con
l’incubo di finire in un CPR se fermati per strada da una pattuglia di
polizia perché trovati senza documenti. E magari la moglie o il marito sono
a casa che ti aspettano”.
*Il caso emblematico di Lara: dalla ricerca all’illegalità forzata*
Un esempio lampante delle assurdità generate da questa situazione è quello
di Lara, cittadina brasiliana. Suo marito è ricercatore presso l’Università
di Padova, ma nonostante ciò, si è trovata intrappolata in un iter
burocratico tortuoso. Eleonora Tolo ha raccontato il suo calvario: “Siamo
stati costretti ad un iter lunghissimo e tortuosissimo perché Poste
Italiane le richiede un visto che in quanto cittadina brasiliana (come
succede a quasi tutti i cittadini dell’America latina, degli Stati Uniti o
dell’Albania e Moldavia) non è tenuta ad avere per entrare in Italia.” Lara
ha confermato il forte stress subito a causa di questa situazione, in
quanto sia lei che suo marito si erano informati preventivamente con il
Consolato Italiano, che aveva assicurato l’assenza di problemi.
*La Responsabilità di Poste Italiane e la Tutela dei Lavoratori*
Infine, Stefano Gallo della Slc Cgil Veneto ha chiarito che la
responsabilità non ricade sui singoli impiegati: “È chiaro che gli
impiegati postali dello ‘Sportello Amico’ non si comportano così per loro
decisione ma perché sono tenuti ad eseguire le direttive impartite loro da
Poste Italiane che non si preoccupa minimamente di quali reazioni possono
poi scatenare nell’utenza che, tanto ingiustamente quanto
comprensibilmente, se la prende poi con l’impiegato di turno. Peraltro,
abbiamo verificato che questi fatti succedono nelle giornate con più
affluenza, per esempio nei giorni dei pagamenti delle pensioni o a
determinate scadenze. Una circostanza che dimostra, ancora una volta,
quanto la carenza di personale condizioni l’attività degli Uffici Postali.
Naturalmente, trovare una soluzione è ciò che auspicano tutti.”
“Come Cgil di Padova – ha concluso il Segretario Confederale Alioune Badara
Diop – ci impegneremo a proseguire questa battaglia per ripristinare la
legalità e garantire i diritti dei cittadini stranieri, affinché lo
‘Sportello Amico’ torni ad essere un servizio di supporto e non un ostacolo
insormontabile. Abbiamo inviato una diffida a Poste Italiane a continuare
con tale comportamento, non avendo ricevuto risposta saremo costretti a
procedere con una denuncia formale verso l’azienda per la condotta
discriminatoria tenuta nei confronti dei cittadini stranieri”.
*Si allega una foto dei partecipanti alla Conferenza Stampa*
*Da sx: Avv. Marco Paggi, Alioune Badara Diop, Segr Conf. Cgil Padova,
Stefano Gallo, Funzionario Slc Cgil Veneto, Eleonora Tolo, Inca Cgil
Padova, Lara Magalhães, cittadina brasiliana e “vittima” di Poste Italiane*