
(AGENPARL) – Mon 21 July 2025 **La Consulta dà ragione alla Toscana sui piani per il fabbisogno di
personale sanitario**
Non hanno bisogno dell’approvazione dei Ministeri. La Corte costituzionale
boccia il decreto del Governo impugnato dalla Regione. Giani e Bezzini:
“Nostro ricorso fondato. Sulle liste di attesa servono altre risposte:
concrete”
/Scritto da Walter Fortini, lunedì 21 luglio 2025 alle 16:52/
La Corte Costituzionale ha dato ragione alla Regione Toscana e dichiarato
l’illegittimità della norma nazionale che sui piani triennali di
fabbisogno del personale sanitario delle Regione imponeva l’approvazione
con un decreto del Ministero della salute, di concerto con il Ministero
dell’economia e delle finanze. La norma giudicata incostituzionale è
quella dell’articolo 5, comma 2, del cosiddetto “Decreto liste di
attesa” del Governo, che la Regione Toscana aveva impugnato.
“La Corte – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – ha
riconosciuto le ragioni della Regione e dato torto al Governo. Sul
personale dobbiamo chiaramente rispettare dei vincoli di spesa. Andare
però oltre, come il Governo aveva provato a fare, significa ingerire in
una competenza che è propria delle Regioni”. “Sopratttuto – aggiunge
Giani – sulle liste di attesa servono altre risposte e un investimento vero
e concreto sulla sanità pubblica”.
“La sentenza della Consulta conferma la fondatezza del ricorso promosso
dalla Regione Toscana e l’incostituzionalità della norma – dichiara
l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Il provvedimento del
Governo rappresentava un’ingerenza sulle competenze concorrenti in materia
di tutela della salute e, soprattutto, sulle prerogative regionali nella
programmazione del fabbisogno di personale sanitario, che spetta alle
Regioni, nel rispetto delle risorse disponibili e dei vincoli di
legge”.“Dal punto di vista pratico – spiega Bezzini – la norma
rischiava di produrre ulteriori appesantimenti burocratici e ritardi nei
percorsi assunzionali, con ricadute negative sul funzionamento dei servizi
sanitari”.
“La pronuncia della Corte – conclude l’assessore – è l’ennesima
dimostrazione della fragilità dell’impianto normativo e organizzativo che
sta alla base del decreto liste d’attesa varato un anno fa dal Governo. Ora
è urgente cambiare rotta: rimuovere i tetti di spesa per il personale,
definire insieme a Regioni e organizzazioni sindacali parametri condivisi
per il fabbisogno di personale nei diversi setting assistenziali, e
soprattutto mettere risorse per valorizzare le professioniste e i
professionisti della sanità e ridurre i tempi di attesa per i
cittadini”.