
Un nuovo studio del MIT Senseable City Lab ha rivelato un legame diretto tra l’obesità e la qualità nutrizionale dei cibi offerti nei ristoranti locali, attraverso un’analisi innovativa condotta a Boston, Londra e Dubai. I risultati, pubblicati su Nature: Scientific Reports, mostrano come il contenuto dei menu possa riflettere – e forse contribuire – alla salute delle persone che vivono nei quartieri urbani.
Lo studio: milioni di voci di menu analizzate
I ricercatori hanno esaminato oltre 5 milioni di voci di menu provenienti da circa 30.000 ristoranti utilizzando piattaforme di consegna a domicilio. I piatti sono stati confrontati con il database FoodData Central dell’USDA, valutandone il valore nutrizionale secondo due indicatori: il Meal Balance Index e il Nutrient-Rich Foods Index.
I dati sanitari sono stati poi confrontati con i risultati nutrizionali in due città (Boston e Londra), mentre per Dubai, dove i dati sanitari erano assenti, è stato esaminato il legame tra nutrizione e reddito, misurato tramite i costi degli affitti. Le aree più benestanti tendevano ad avere accesso a cibo più sano.
Risultati chiave
- A Londra, è emersa una correlazione chiara tra obesità e qualità del cibo offerto nei ristoranti di quartiere.
- A Boston, il legame era meno marcato, ma comunque presente.
- A Dubai, le aree con affitti più alti offrivano cibo più nutriente, a conferma della disuguaglianza alimentare su base economica.
- Le aree con maggior presenza di fibre, frutta e verdura mostravano indicatori di salute migliori.
Il ricercatore Fabio Duarte ha sottolineato: “Dimostriamo che ciò che viene venduto in un ristorante ha una correlazione diretta con la salute delle persone.”
Secondo Michael Tufano, coautore dello studio, “non solo i quartieri poveri hanno più fast food, ma questi offrono cibo con minore valore nutrizionale.”
Rivedere la definizione di “deserto alimentare”
Il team ha criticato l’approccio binario tradizionale alla mappatura dei deserti alimentari, suggerendo che la presenza di un singolo supermercato “di qualità” non basta a garantire un buon panorama alimentare. Occorre valutare l’intero ecosistema di consumo alimentare urbano, analizzando ogni voce di menu, anche nei ristoranti apparentemente “normali”.
Per Duarte e Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab, la disponibilità di big data urbani apre la strada a un nuovo modo di leggere la città: l’ambiente urbano come determinante fondamentale della salute pubblica.

Uno studio condotto dal MIT su tre grandi città del mondo esamina milioni di voci nei menu dei ristoranti e conclude che avere a disposizione sempre meno opzioni alimentari nutrienti è correlato all’obesità e ad altri problemi di salute.
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