
Agenparl ha recentemente reso pubblico l’accordo stipulato tra A.C. e gli azionisti di maggioranza del Queens Park Rangers (QPR), con l’assistenza dello studio legale DLA Piper. L’intesa aveva come obiettivo principale la difesa legale contro lo studio Mishcon de Reya e l’avvocato Kevin Steel, accusato di non aver rispettato le indicazioni della procura generale della società QPR.
L’accordo è stato strutturato secondo la formula “No Win No Fee”, molto comune nei sistemi anglosassoni, che prevede il pagamento degli onorari solo in caso di esito favorevole. L’intesa includeva anche una precisa ripartizione dei valori ottenuti in caso di successo, coinvolgendo assicurazioni, investitori, studio legale e altre parti correlate.
Nonostante l’attiva partecipazione dell’investitore, l’esito del contenzioso si è rivelato sfavorevole, mettendo in luce le criticità che un cittadino italiano può incontrare nel sistema giudiziario britannico, spesso poco accessibile e complesso per chi proviene dall’estero.
Questa vicenda apre interrogativi importanti sulla tutela degli investitori stranieri nel Regno Unito e sulla trasparenza del sistema legale in casi internazionali. È incerto se ci saranno sviluppi futuri o nuove iniziative per salvaguardare i diritti delle parti coinvolte.
La persona che ha sporto denuncia ha espresso la speranza che le autorità competenti diano il giusto peso alle informazioni trasmesse, offrendo piena collaborazione: è disponibile una documentazione composta da oltre 2.500 pagine, pronta per essere consegnata su richiesta. L’interessato ha anche dichiarato di essere disponibile per qualsiasi chiarimento.
Dato l’attuale valore stimato del QPR — circa 800 milioni di sterline — e le irregolarità legali emerse nella vendita del club, si ritiene ci siano solide basi per una denuncia formale. Il caso evidenzia non solo gravi perdite economiche per A.C., ma anche una profonda opacità nelle pratiche legali nel mondo del calcio.
La denuncia presentata all’Interpol rappresenta un nuovo importante passo verso un’indagine più ampia e profonda. A.C. afferma di possedere ampia documentazione in grado di dimostrare la fondatezza delle proprie accuse.
Oltre alla segnalazione già depositata presso Scotland Yard, è stato ufficialmente richiesto l’intervento dell’Interpol. Tuttavia, resta aperta la questione: perché, nonostante la denuncia, le autorità britanniche non hanno avviato un’indagine formale?
Agenparl sollecita la Polizia ad agire: è lecito domandarsi se esista una rete di protezione istituzionale che stia coprendo responsabilità elevate, oppure se si tratti di una mancanza di volontà politica nel perseguire figure di rilievo. È legittimo chiedersi: il Regno Unito vuole davvero scoprire la verità sulla vendita del QPR, o sta scegliendo deliberatamente di ignorarla?
Nessun individuo è stato ancora condannato per le responsabilità legate a questa vicenda. Forse è giunto il momento che i ministri competenti istituiscano un’unità investigativa speciale all’interno della Polizia per far luce sulle possibili responsabilità anche tra gli stessi agenti coinvolti nella gestione del caso.