
(AGENPARL) – Thu 10 July 2025 Nota dei consiglieri di opposizione Tesei-Melasecche (Lega); Pace, Agabiti,
Giambartolomei (FDI); Romizzi-Pernazza (FI) e Arcudi (TpUc)
(Acs) Perugia, 10 luglio 2025 – “La relazione della Corte dei conti sul
rendiconto generale della Regione Umbria per l’esercizio 2024 smentisce in
modo netto e inequivocabile la narrazione costruita dalla presidente Proietti
e dalla sua Giunta. A beneficio degli umbri, comprensibilmente disorientati,
intendiamo fare ulteriormente chiarezza, riportando quello che riferisce il
massimo e più autorevole organo di controllo”: lo affermano i consiglieri
regionali di opposizione Enrico Melasecche, Donatella Tesei (Lega Umbria),
Eleonora Pace, Paola Agabiti, Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia),
Laura Pernazza, Andrea Romizi (Forza Italia) e Nilo Arcudi (Tesei Presidente
– Umbria Civica), chiedendo anche il ritiro della manovra fiscale varata
dalla Giunta regionale.
“Al centro della questione – spiegano – c’è il presunto disavanzo
sanitario di 243 milioni di euro, comunicato dalla Giunta come
giustificazione per la manovra tributaria straordinaria approvata in
primavera. Una cifra che la Corte smentisce in modo categorico. Testualmente,
si legge: ‘quando la Giunta regionale dell’Umbria ha adottato un
provvedimento di manovra fiscale sul triennio 2025-2027 pari a quei dati che
ho dato – sono particolarmente impegnativi – aveva chiaro che l’impegno
non era su 243 milioni, che non sussistono, ma su 90 milioni’, poi
‘accertato dal Tavolo nei definitivi 34 milioni, al netto delle risorse
rivenienti dal payback e dalla premialità’. La stessa Corte precisa che i
243 milioni comunicati pubblicamente si riferivano esclusivamente alle
aziende sanitarie e ospedaliere, mentre ‘non consideravano le risultanze
(positive) della Gestione sanitaria accentrata’, e dunque non potevano
essere in alcun modo attribuiti all’intero sistema sanitario regionale. La
realtà dei fatti era ben diversa da quella presentata dalla Giunta: il
disavanzo era già noto, circoscritto e sotto controllo, e la Regione aveva a
disposizione tutti gli strumenti, tecnici e contabili, per affrontarlo”.
“Dalla Corte – proseguono – arriva un’ulteriore precisazione cruciale:
‘sia il payback da un lato, sia la premialità dall’altro […]
consentivano alla Regione di avere già contezza della condizione in cui si
trovava ai fini della manovra che poi ha deciso di stabilire. Questo è il
dato che io vorrei venisse chiaro’. Un passaggio che inchioda la Giunta
alle sue responsabilità politiche e comunicative: il quadro era chiaro, ma
è stato volutamente deformato per giustificare una scelta fiscale gravosa e
impopolare, che non aveva alcuna utilità, se non quella di consentire alla
Giunta di accumulare risorse da spendere, senza che fossero vincolate
all’ambito sanitario, vista la bocciatura del nostro emendamento nel
merito. Anche sul fronte del payback dei dispositivi medici (2015-2018), la
Corte accoglie integralmente le perplessità da noi sollevate. La Regione,
euro, e, in particolare, il correlato accantonamento operato a valere sul
Fondo CDE al quale è conseguito un cospicuo assorbimento di risorse. In
particolare, pur in considerazione delle sottese finalità prudenziali
rappresentate dall’Amministrazione, alla luce del corrispondente residuo
passivo iscritto in bilancio, si ritiene che in seguito alla definizione del
relativo quadro normativo, ad oggi in itinere, nonché delle correlate
procedure attuative, l’Amministrazione dovrà procedere tempestivamente alle
necessarie sistemazioni contabili, come dalla stessa indicato, al fine di
consentire l’effettivo impiego delle eventuali risorse accantonate in
eccesso’. Questo significa che il presunto disavanzo include somme che,
una volta chiarito il quadro normativo nazionale, verranno sbloccate,
coprendo indiscutibilmente quanto definitivamente il complesso delle poste
passive, evidenziate ad arte, e confermando il piccolo avanzo da noi
sottolineato fin dal primo giorno. Quindi nessun passivo, nessun ammanco,
nessuna giustificazione ad una vergognosa stangata fiscale”.
“Gravissime infine – concludono – le criticità evidenziate
sull’affidamento dell’assessment economico-finanziario e patrimoniale
alla società KPMG, incaricata dalla Giunta con DGR 151 del 26 febbraio 2025.
La Corte parla di ‘discordanze temporali rilevate in relazione
all’attività preparatoria svolta dalla Società’ e di dubbi concreti
sulle ‘modalità attraverso le quali è stata assicurata la riservatezza
nell’acquisizione dei dati’. Un’operazione opaca, che si è sovrapposta
all’attività di controllo ordinaria della stessa Corte e del Tavolo LEA
presso il MEF. Un incarico esterno affidato in un momento cruciale, che ha
sollevato fin da subito, da parte nostra, interrogativi puntuali, oggi del
tutto legittimati. È evidente che il quadro emerso dalla relazione ufficiale
della Corte dei conti sia devastante per la credibilità della Giunta
regionale. Le fondamenta tecniche e contabili della manovra fiscale sono
crollate sotto il peso di dati ufficiali. Nei mesi scorsi abbiamo svolto un
lavoro serio, documentato, puntuale, spesso deriso o banalizzato dalla
maggioranza, ma oggi le istituzioni ci danno pienamente ragione. Alla luce di
quanto emerso, chiediamo l’immediato ritiro della manovra e anche che la
Giunta faccia delle scuse agli umbri per averli presi in giro e schiacciati
sotto il peso di tasse inutili. Per rispetto dei cittadini, per trasparenza,
per responsabilità istituzionale, la Giunta non può più nascondersi dietro
la propaganda. È il momento della verità”. RED/PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80483