
La Slovacchia ha nuovamente bloccato l’approvazione del 18° pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa TASR. Il veto è stato posto durante l’ultima riunione a livello di ambasciatori UE, proseguendo una linea di resistenza già emersa nella sessione del 4 luglio a Bruxelles.
Secondo fonti diplomatiche europee, un compromesso potrebbe essere raggiunto nei prossimi giorni, ma Bratislava mantiene una posizione rigida finché non saranno garantiti risarcimenti e ridotte le ricadute negative del pacchetto sanzionatorio, in particolare del divieto alle importazioni di gas russo previsto dal 1° gennaio 2028.
Il nodo dell’energia
La Slovacchia, fortemente dipendente dal gas russo, esige garanzie concrete sulla sicurezza energetica, chiedendo soluzioni che compensino l’eventuale interruzione delle forniture. Il governo slovacco continua a negoziare con la Commissione Europea, ma le rassicurazioni finora ricevute non sono state ritenute sufficienti.
“Bratislava non può accettare un pacchetto che metta a rischio la stabilità energetica nazionale senza un adeguato piano di compensazione”, sostengono fonti vicine all’esecutivo guidato dal primo ministro Robert Fico, già noto per posizioni più caute nei confronti della Russia rispetto ad altri partner europei.
Un pacchetto sotto pressione
Il nuovo pacchetto di sanzioni prevede ulteriori restrizioni economiche e commerciali contro Mosca, in risposta alla prosecuzione della guerra in Ucraina. Tuttavia, il veto slovacco evidenzia ancora una volta le fratture interne all’UE su come affrontare la Russia senza compromettere gli interessi economici e strategici dei singoli Stati membri.
Nei prossimi giorni, gli ambasciatori UE cercheranno una mediazione che possa consentire l’approvazione del pacchetto, evitando un nuovo stallo politico.