
(AGENPARL) – Tue 01 July 2025 LISTE ATTESA, M5S: “GOVERNO MINACCIA REGIONI E TAGLIA SANITÀ, MA PROMETTE 450 MLD IN ARMI”
Bologna, 1 lug. – “Siamo di fronte all’ennesimo atto di prepotenza da parte di un governo che, dopo aver sistematicamente definanziato il Fondo Sanitario Nazionale, ha il coraggio di minacciare il commissariamento delle Regioni. Il provvedimento del governo che introduce un organismo di controllo con poteri sostitutivi in materia sanitaria è una scelta che puzza di propaganda e di metodi del secolo scorso, non certo di attenzione ai diritti dei cittadini. Meloni pretende che le Regioni facciano miracoli contro il dramma delle liste d’attesa, senza però fornire gli strumenti economici e organizzativi adeguati. Un’inaccettabile forzatura. È profondamente contradditoria la decisione di un governo che da una parte promuove l’autonomia differenziata e dall’altra mette in atto una mossa punitiva rivolta alle Regioni di colore diverso. Anziché riconoscere il grave impatto che i tagli statali hanno avuto sul sistema sanitario, il governo prova a scaricare la colpa sulle amministrazioni locali, costruendo una narrazione tossica. È bene ricordare che questo stesso governo si appresta a investire circa 450 miliardi di euro in armamenti nei prossimi dieci anni. Una cifra spropositata che rivela le vere priorità dell’esecutivo: la guerra prima della cura, le armi prima dei diritti, l’abbandono della sanità, della scuola, del welfare e delle infrastrutture del nostro Paese. Altro che patriottismo. Il diritto alla salute non può essere difeso con i commissariamenti, ma con risorse, personale, investimenti e una strategia condivisa. Se davvero il governo vuole ridurre le liste d’attesa, cominci col rifinanziare il sistema sanitario pubblico, piuttosto che accanirsi contro gli avversari politici”. Lo scrivono in una nota Marco Croatti, senatore del Movimento 5 Stelle e Coordinatore regionale in Emilia-Romagna, la deputata M5S Stefania Ascari, il consigliere regionale Lorenzo Casadei e il Coordinatore regionale Gabriele Lanzi.
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Ufficio Stampa Parlamento
Movimento 5 Stelle