
I legislatori tunisini hanno sollecitato un ruolo governativo più attivo nel sostenere la ricostruzione della Libia e nel rilanciare le zone di libero scambio, evidenziando la necessità di rafforzare le iniziative diplomatiche della Tunisia nella regione.
Durante una recente sessione consultiva con i funzionari del Ministero degli Affari Esteri tunisino, i membri del parlamento hanno sottolineato l’importanza di intensificare la cooperazione economica non solo con la Libia, ma anche con la vicina Algeria.
I parlamentari hanno evidenziato il valore strategico dell’attivazione delle zone di libero scambio e hanno auspicato un ruolo più incisivo del Parlamento arabo per facilitare un’azione regionale coordinata. Le discussioni si sono concentrate anche sull’impegno tunisino a supportare il processo di riconciliazione politica in Libia, oltre agli sforzi per rafforzare l’integrazione del Maghreb e i legami bilaterali con l’Algeria.
Le ingenti necessità di ricostruzione della Libia, stimate in circa 570 miliardi di dollari dal Centro per la promozione delle esportazioni tunisino, rappresentano notevoli opportunità di investimento per le aziende tunisine, in particolare nei settori dell’edilizia, delle infrastrutture e delle attrezzature industriali.
Essendo il principale partner commerciale della Tunisia nel mondo arabo e in Africa, la Libia costituisce una quota rilevante delle esportazioni tunisine, con i beni industriali che rappresentano circa il 40% delle spedizioni. Nel contempo, la Tunisia importa principalmente risorse energetiche, ferro e acciaio dalla Libia.
Nonostante il solido rapporto commerciale, lo stallo nello sviluppo della Zona di Libero Scambio di Bengardane, al confine tra Tunisia e Libia, ha limitato gli scambi economici. A quasi 12 anni dal suo annuncio, i progressi si sono fermati a uno sviluppo preliminare del territorio e a valutazioni tecniche, mentre altri attori regionali espandono la loro presenza commerciale in un contesto geopolitico in evoluzione.
I rinnovati appelli dei legislatori tunisini evidenziano l’urgenza di accelerare l’integrazione economica regionale e di sfruttare la ricostruzione della Libia come leva per una cooperazione più ampia nel Maghreb.
