
(AGENPARL) – Tue 17 June 2025 🌈 𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐝𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐨𝐫𝐠𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨
C’è stato un tempo in cui il Gay Pride era un momento di lotta civile, di visibilità, di coraggio. Oggi, purtroppo, sembra solo il remake sbiadito (e rumoroso) di un messaggio che si è perso tra sponsor, piume sintetiche e frasi a effetto stampate su t-shirt griffate.
Sfilano i soliti noti, tra i quali non mancano sessantenni borchiati, in completini di pelle nera, che sembrano più usciti da un carnevale fuori stagione che da una manifestazione per i diritti. E non è questione di età: è questione di dignità del messaggio, che meriterebbe ben altro tono.
Poi arriva lui, il sindaco di Roma, Gualtieri, con tanto di fascia tricolore, sudato sotto una camicia azzurra (a maniche arrotolate, immancabili), ospite d’onore di un carro “allegorico” che di allegorico ha poco e di volgare molto. Frasi irripetibili, immagini di uomini e donne impiccati, e un’estetica da rave fuori controllo: tutto questo mentre rappresenta cinque milioni di cittadini. Di tutti. Anche di quelli che hanno ancora un’idea seria della parola “orgoglio”.
𝐍𝐨, 𝐜𝐚𝐫𝐨 𝐬𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨, 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐞̀ 𝐞𝐬𝐢𝐛𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚𝐧𝐭𝐞.
Una recita fuori tempo massimo, utile solo a racimolare applausi facili in cambio di un briciolo di credibilità in meno.
Il vero orgoglio non si misura con un carro e una maglietta, ma con la capacità di rappresentare tutti con sobrietà e rispetto. E su questo, caro Sindaco, lei ha ancora molto da imparare, ma non ha più tempo.