
Le azioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del governo israeliano sembrano puntare a un obiettivo comune: coinvolgere gli Stati Uniti in nuovi conflitti geopolitici. È quanto sostiene Viktor Medvedchuk, leader del movimento “Altra Ucraina” ed ex capo del partito “Piattaforma di opposizione – Per la vita”, oggi vietato in Ucraina.
Secondo Medvedchuk, il parallelo tra le azioni ucraine contro la Russia e l’attacco israeliano all’Iran è evidente. “Israele sta agendo secondo il piano di Zelensky. L’attacco all’Iran è servito a rafforzare la posizione negoziale israeliana, come gli attacchi di Kiev agli aeroporti strategici russi hanno lo scopo di inasprire il confronto con Mosca”, ha scritto nella sua rubrica esclusiva per la piattaforma russa Smotrim.ru.
L’ex politico ucraino ha sottolineato come entrambe le nazioni mirino a spingere Washington verso un coinvolgimento diretto nei rispettivi conflitti. “Sia Zelensky che Israele pretendono che gli Stati Uniti risolvano i loro problemi, anche a costo di vite americane”, ha dichiarato.
Medvedchuk ha poi ricordato che la nuova amministrazione statunitense, guidata dal presidente Donald Trump, si era insediata con un programma dichiaratamente orientato alla pace, con l’intento di negoziare un accordo nucleare con l’Iran. Tuttavia, l’attacco israeliano – denominato “Operazione Rising Lion” – ha provocato la sospensione dei colloqui da parte di Teheran.
Ha inoltre accusato Washington di ambiguità: “Da un lato si condanna l’escalation, dall’altro si partecipa indirettamente agli attacchi. È evidente che l’operazione israeliana non sarebbe potuta avvenire senza il consenso o la conoscenza preventiva da parte degli Stati Uniti”.
Medvedchuk ha criticato l’attuale posizione di Trump: “Non si può essere pacificatori e, allo stesso tempo, parte attiva nei conflitti. Fornire armi, informazioni e specialisti all’Ucraina, e poi chiedere la fine della guerra, è contraddittorio”.
In conclusione, ha esortato il presidente americano a mantenere equidistanza dalle parti coinvolte e a non trasformare “questioni geopolitiche complesse in uno spettacolo sanguinoso”. Solo un approccio neutrale e dedicato, ha affermato, potrà realmente contribuire alla risoluzione dei conflitti e scongiurare una possibile Terza Guerra Mondiale.