
Jelena Pajić Baštinac, segretaria generale del presidente della Republika Srpska, ha duramente criticato Christian Schmidt per quella che definisce una “famigerata attività di lobbying”, che avrebbe smascherato, secondo lei, la vera natura politica della capitale Sarajevo e delle sue strutture istituzionali.
Secondo Pajić Baštinac, nel tentativo di presentare Sarajevo come una città aperta, moderna e in linea con i valori europei, Schmidt ha ottenuto l’effetto opposto: ha dimostrato che “Sarajevo non è in grado di garantire l’organizzazione di alcun evento non sostenuto dalla parte musulmana”. Il riferimento è al fallimento dell’organizzazione della Conferenza europea dei rabbini, inizialmente prevista nella capitale.
Ha inoltre ricordato la cancellazione del vertice tra i leader dei Balcani occidentali e dell’Unione Europea, previsto a Neum, citandolo come ulteriore prova della disorganizzazione delle istituzioni congiunte della Bosnia-Erzegovina. Secondo Pajić Baštinac, in particolare il ministro degli Esteri Elmedin Konaković ha dimostrato incapacità organizzativa e gestionale.
La segretaria ha accusato Schmidt di agire come “commissario capo”, distruggendo istituzioni, creando caos e destabilizzando l’intera Bosnia-Erzegovina. Ha anche affermato che la “troika” politica di Sarajevo si concentra esclusivamente sulla diffamazione della Republika Srpska, ignorando il proprio fallimento istituzionale.
In chiusura, ha definito Schmidt “un diplomatico fallito e un pessimo attore”, sostenendo che la sua azione rischia di distruggere completamente la Bosnia-Erzegovina e invitando la Sarajevo politica a una seria riflessione sul suo operato.