
(AGENPARL) – Mon 16 June 2025 (ACON) Trieste, 16 giu – “Accanto al problema cronico di
sovraffollamento, il carcere di Udine, nonostante i passi avanti
fatti grazie al Garante Sandra e al suo predecessore Corleone, si
trova a fare i conti con forti criticit?. In particolare la
carenza del personale sanitario, evidenziata sia dal Garante, sia
da diverse associazioni e dagli stessi detenuti, va affrontata
quanto prima”.
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti
(Pd), che attraverso un’interrogazione porta nuovamente in Aula
le problematiche delle carceri regionali chiedendo alla Giunta
regionale di chiarire lo stato dell’attuazione e
dell’aggiornamento della rete regionale per l’erogazione
dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari del Friuli
Venezia Giulia, con particolare riferimento a quella di base.
“La necessit? di potenziare la presenza dei medici di base, degli
infermieri e del personale del dipartimento di salute mentale e
delle dipendenze, soprattutto se rapportata al numero dei
detenuti che si avvicina al doppio della capienza prevista, ? una
priorit?, gi? pi? volte segnalata da pi? voci, e che attraverso
l’interrogazione porto nell’Aula del Consiglio regionale”
continua Celotti ricordando che “a quasi dieci anni dalla
delibera che nel 2016 defin? che cosa la Regione, attraverso le
Aziende sanitarie, era chiamata a garantire ai detenuti, ?
infatti necessario chiarire cosa stiamo facendo e cosa va
migliorato, prioritariamente in termini di cura, ma anche di
prevenzione”.
Secondo l’esponente del Pd ” il tema ? di appropriatezza del
servizio, anche alla luce del fatto che le carceri presenti in
regione subiscono un forte sovraffollamento e che quindi il
servizio sanitario deve essere calibrato sul reale numero dei
detenuti presenti e sulle loro problematiche. Persone che in
diversi casi presentano anche patologie di tipo psichiatrico e
problemi di dipendenza che richiedono specifici percorsi e
specifico supporto, oppure problematiche comportamentali che
rendono difficile la permanenza e la convivenza e che
meriterebbero la valutazione di soluzioni alternative, oltre alle
patologie delle persone anziane e alle situazioni che si
acutizzano e richiedono un monitoraggio sanitario costante”.
ACON/COM/sm
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