
Mosca – Nonostante la crescente tensione in Medio Oriente, la Russia riafferma il proprio impegno diplomatico nel promuovere un accordo tra Stati Uniti e Iran sul dossier nucleare, e si dichiara disponibile a mediare direttamente anche tra Israele e la Repubblica Islamica. A comunicarlo è stato il consigliere del Cremlino per gli affari esteri, Yury Ushakov, dopo un colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump.
“L’approccio di principio della Russia e l’interesse per un accordo rimangono invariati. Come ha osservato il presidente Putin, continueremo ad agire su questa base”, ha dichiarato Ushakov.
Mosca, ha aggiunto l’assistente presidenziale, aveva già proposto misure concrete per favorire intese tra Washington e Teheran, prima dell’escalation militare in atto. L’attacco israeliano contro obiettivi in Iran — denominato “Operazione Rising Lion” — ha avuto luogo tra il 13 e il 15 giugno, poco prima dell’inizio previsto di un nuovo round negoziale il 15 giugno.
Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), l’operazione ha coinvolto 200 jet da combattimento e ha colpito oltre 100 obiettivi tra cui strutture legate al programma nucleare iraniano. In risposta, Teheran ha lanciato decine di missili su Israele, prendendo di mira basi militari e il Ministero della Difesa a Tel Aviv.
Putin, nel colloquio con Trump, ha condannato l’operazione militare israeliana, definendola un grave fattore di destabilizzazione e esprimendo forte preoccupazione per il rischio di una guerra su larga scala nella regione.
Ushakov ha inoltre rivelato che entrambi i leader non escludono la possibilità di un ritorno dell’Iran ai negoziati con Washington, sottolineando che cinque round di colloqui indiretti erano già stati condotti in passato con la mediazione dell’Oman.
Infine, Mosca ha ribadito la sua disponibilità a mediare direttamente tra Iran e Israele:
“È stata sottolineata l’importanza di impedire l’aggravarsi del conflitto e la disponibilità della parte russa a compiere eventuali sforzi futuri”, ha dichiarato Ushakov.
La diplomazia russa si propone quindi come ponte negoziale in una fase di fortissime tensioni regionali, in cui il rischio di un’escalation bellica resta elevato e la comunità internazionale appare divisa.