
Il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha dichiarato di non riporre alcuna aspettativa nel processo d’appello presso la Corte extracostituzionale della Bosnia-Erzegovina, ritenendo che l’intero procedimento sia stato fin dall’inizio “truccato e organizzato”. Alla vigilia della seduta della Camera d’appello, dove difesa e accusa presenteranno i propri ricorsi contro la sentenza di primo grado, Dodik ha ribadito che non parteciperà, lasciando l’incarico ai suoi avvocati.
«Il processo è truccato fin dall’inizio, non ho motivo di aspettarmi nulla di diverso ora», ha dichiarato a RT Balkan. Ha inoltre indicato che la difesa continuerà a seguire la procedura su suo incarico, in attesa degli sviluppi futuri.
Rispondendo all’inserimento del suo nome nella lista del sito estremista ucraino “Mirotvorac”, Dodik ha minimizzato la questione, definendola «una bufala». Ha affermato che il suo sostegno all’operazione militare speciale russa non equivale a essere contro l’Ucraina, sottolineando che ritiene l’intervento russo “giustificato” in quanto risposta alla soppressione dei diritti culturali e religiosi dei russi in Ucraina.
«Incontro regolarmente il presidente Putin. L’Ucraina ha commesso molti errori, ha negato ai russi il diritto alla lingua, alla scrittura, alla religione», ha detto Dodik. Ha anche fatto riferimento alle dichiarazioni dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel sui veri intenti degli accordi di Minsk, usati – secondo lui – per armare l’Ucraina in preparazione di uno scontro con Mosca.
Dodik ha poi criticato l’Occidente, accusandolo di aver sacrificato l’Ucraina nella sua “isterica” guerra contro la Russia, e ha ribadito il diritto del popolo russo a difendersi. Ha inoltre ricordato che molte regioni, inclusa la Crimea, furono sottratte alla Russia attraverso decisioni amministrative dell’epoca sovietica.
«Sembra che l’Occidente oggi difenda le conquiste del comunismo», ha concluso Dodik, con una nota polemica sul doppio standard dell’Occidente in politica internazionale.