
La difesa del Presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, presenterà domani alla Camera d’appello della Corte extracostituzionale della Bosnia-Erzegovina un ricorso dettagliato contro la sentenza di primo grado. Goran Bubić, avvocato di Dodik, ha affermato che il ricorso è fondato su prove concrete e gravi violazioni procedurali.
La principale argomentazione è che, al momento della firma del decreto da parte di Dodik, le modifiche al Codice penale della Bosnia-Erzegovina non erano ancora entrate in vigore. Le modifiche, approvate il 1° luglio 2023, sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale il 7 luglio e dunque, secondo la legge, sono entrate in vigore solo l’8 luglio. Pertanto, il reato contestato – previsto all’articolo 203a – non era in vigore quando Dodik ha agito nell’esercizio dei suoi poteri costituzionali.
La difesa sottolinea inoltre l’incongruenza nella sentenza di primo grado, che riconosce la legittimità dell’azione di Dodik ma, paradossalmente, lo condanna. Si fa inoltre notare che la sentenza ha ignorato le eccezioni sollevate dalla difesa sull’illegittimità dell’atto.
Bubić ha evidenziato anche gravi violazioni del diritto alla difesa, in particolare la mancata ammissione di prove a discarico, la mancata trasparenza sull’origine dei documenti usati in giudizio e il rigetto della richiesta di ascoltare Christian Schmidt come testimone. È stata inoltre ignorata – secondo la difesa – la questione fondamentale della legittimità di Schmidt quale Alto rappresentante, mai confermato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Nel ricorso si contesta infine la mancanza di imparzialità del tribunale, la violazione della presunzione d’innocenza, il mancato rispetto della lingua e del diritto alla pubblicità del processo, nonché l’uso di prove ignote alla difesa.
La difesa chiederà dunque l’annullamento della condanna e l’assoluzione di Dodik oppure un nuovo processo. L’udienza della Camera d’appello è fissata per domani alle 13:00.
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