
(AGENPARL) – Tue 03 June 2025 Alla Fortezza Nuova va in scena “Barontini”
Venerdì 13 giugno alle 21.30, ingresso libero e gratuito
Livorno, 3 giugno 2025 – Sarà in scena gratuitamente venerdì 13 giugno alle 21.30 alla Fortezza Nuova (e NON come inizialmente detto, agli Hangar Creativi giovedì 5 e venerdì 6 giugno) lo spettacolo “Barontini”, drammaturgia di Alessandro Brucioni e Michele Crestacci, con Michele Crestacci, regia Alessandro Brucioni, musiche orginali Alessandro Brucioni, produzione Mo-WanTeatro.
Ingresso libero e gratuito, non è necessaria la prenotazione.
Dedicato alla figura di Ilio “Dario” Barontini, figura leggendaria dell’antifascismo e della Resistenza, poi nel dopoguerra dirigente e parlamentare comunista, lo spettacolo è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione Ilio “Dario” Barontini; ha il sostegno della Regione Toscana e della Fondazione Teatro Goldoni.
L’evento è stato illustrato a Palazzo comunale dal sindaco Luca Salvetti insieme all’assessora alla Cultura Angela Rafanelli, Lenny Bottai presidente dell’associazione Ilio “Dario” Barontini e agli autori Brucioni e Crestacci.
“Partendo dall’idea dell’associazione Ilio Dario Barontini abbiamo puntato a costruire una operazione di qualità per raccontare questo personaggio – ha dichiarato il sindaco Luca Salvetti – che è uno dei più rappresentativi della storia politica e dell’ impegno civile di questa città. Conoscendo il lavoro che già hanno fatto Brucioni e Crestacci i quali mettendo in scena personaggi come Modigliani, Mascagni, Picchi, Caproni, hanno raccontato pezzi di storia della nostra città, abbiamo pensato che nessuno meglio di loro avrebbe potuto fare lo stesso lavoro con un personaggio di grande spessore e dalle mille sfaccettature come Barontini. Inizialmente avevamo pensato alle date del 5 e 6 giugno, ma date le tantissime richieste abbiamo spostato alla sera prima della coppa Barontini e in Fortezza per consentire a tutto il mondo remiero di assistere, ai ragazzo che salgono sulle barche storiche della nostra città e a tutti quelli che hanno a cuore il racconto della Livorno antifascista che ha saputo lottare per i diritti e la dignità delle persone”.
L’assessora Rafanelli ha voluto ricordare che il monologo rientra tra le iniziative per l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un’occasione per riaffermare i valori in cui crediamo e per tracciare il futuro che vogliamo di fronte a noi”.
Lenny Bottai ha evidenziato che “l’associazione ha portato aventi nel tempo un lungo lavoro di ricostruzione della memoria militante di Ilio Barontini, internazionalista, tra i fondatori del partito comunista, antifascista, persona che combatté per la trasformazione della società. Rischiava oggi di essere considerato “un vogatore”, dato che il suo nome è associato a una gara remiera, per quanto alla gara remiera che più di tutte rappresenta per i livornesi rappresenta le idee di giustizia e libertà. Questo lavoro di Brucioni e Crestacci rappresenta un’altra tappa importante e con un taglio divulgativo per tramandare e far arrivare a un pubblico vasto la memoria di Barontini e le sue idee”.
Come hanno ricordato gli autori, Barontini è il quinto ritratto di una serie di monologhi che raccontano una comunità, una città e la sua storia.
Nei primi quattro ritratti sono state raccontate le storie del pittore Amedeo Modigliani, del poeta Giorgio Caproni, del calciatore Armando Picchi e del musicista/compositore Pietro Mascagni. Attraverso le loro storie abbiamo riscoperto lo spirito di una comunità e il sarcasmo perenne che riverbera per le strade di una Livorno, terra ruvida, pittoresca e chiassosa. Una Livorno di scontri, rivoluzioni e arretratezza culturale, di slanci poetici e di speranze mancate. Una Livorno dove nel 1921 ebbe origine il Partito Comunista, dove operai e contadini tutte le domeniche si mettevano in coda con le loro piccole FIAT per correre al mare. Entrare attraverso la lente delle dolorose e epiche vicende di quattro celebri personaggi è stata l’occasione per fare i conti con noi stessi e con una terra in cui siamo cresciuti, per confrontarsi con le vicende storiche, culturali e sociali del novecento e il loro impatto su Livorno. Quando si incontra la storia di Barontini ci si confronta con un contesto storico di intense rivoluzioni sociali, culturali e politiche. Un contesto che ha visto la maturazione di eventi storici che sono stati alla base di un nuovo modo di concepire il mondo sia localmente che internazionalmente. Punti di riferimento storici che riverberano ancora con una strana, sottile e vorace forza nel nostro presente e che sono all’origine delle nostre estetiche e forme di pensiero. La storia di Barontini si colloca a cavallo tra la fne dell’ottocento e la prima metà del novecento in un periodo storico post-risorgimentale, nel pieno dello sviluppo del commercio, della corsa delle potenze europee verso le colonie, in un periodo storico di importanti scoperte e invenzioni, l’avvento del cinematografo, della radio, i motori a scoppio, l’elettricità e lo sviluppo della rete ferroviaria. Un periodo che vede una straordinaria trasformazione della società e che sancisce una presa di coscienza collettiva organizzata, che trova nel movimento anarchico-socialista una delle sue espressioni più veementi e fertili.
La storia di Barontini è la storia di un uomo che si ritrova immerso nelle più sconvolgenti, entusiasmanti e drammatiche vicende storiche e sociali del novecento: l’affermarsi del movimento socialista e comunista, le lotte sociali e l’impegno politico, la prima e la seconda guerra mondiale, il fascismo, la rivoluzione russa e la nascita del Partito Comunista a Livorno, la guerra civile in Spagna, l’Abissinia, la lotta di liberazione partigiana e la complessa organizzazione dello stato italiano nell’immediato dopoguerra.
Attraverso uno stile comico e drammatico lo spettacolo attraversa la storia personale di Ilio Barontini, restituendo il complesso ritratto di un uomo reso celebre in tutto il mondo per la sua umanità e per il valore delle sue epiche lotte politiche. Nel pensare la sua figura ci siamo concentrati sulla ricostruzione del mondo sociale, politico e culturale dell’epoca: Barontini nel nostro immaginario è la storia di un uomo che cresce, vive e muore all’interno della cornice di una delle più intense utopie del secolo novecentesco. Un secolo di venti rivoluzionari che si sono sperduti sui muri di un ordinaria condizione di sopravvivenza”.
—