
(AGENPARL) – Fri 30 May 2025 **Poesia, musica, pittura ed arti visive a palazzo Strozzi Sacrati**
Forme espressive che si incontrano, collegano e diventano spunti per
inventare linguaggi nuovi capaci di superare le convenzionali distinzioni
fra modi diversi di fare arte e letteratura ed andare oltre, alla ricerca
di una multimedialità che usa il suono delle parole, degli strumenti
musicali ed i segni della pittura.
La poetessa Caterina Trombetti e il musicista Andrea Pecchioli fanno di
questa fusione fra generi il titolo del loro volume Incontro, assieme a
Giusy Frisina ed alla sua raccolta di poesie Luna perduta, L’amore è una
guerra di Martin Palmadessa e all’ultima antologia in versi di Elisabetta
Biondi della Sdriscia A latitudine incerta, tutti editi dalla casa editrice
Setteponti e presentati ieri a Firenze presso la sede della Giunta
regionale a palazzo Strozzi Sacrati.
“Accostare quattro diverse opere poetiche ed accompagnarle alla musica ed
ai gesti del disegno e del ritratto – spiega Lia Bronzi, critico letterario
ed artistico – è la maniera più adatta per rendere omaggio alle autrici
ed agli autori di questi quattro libri ed alle persone che li hanno
accompagnati, in modo diverso, nei loro percorsi creativi. Il filo che
unisce tutte le opere è un omaggio alla poesia d’amore, forse fra le più
antiche forme espressive intesa nel suo senso più vasto, allargato
all’umanità, ai figli, ai genitori e soprattutto all’umanità.”
“Questa scelta di costruire legami fra differenti modi artistici e
letterari di esprimere un sentimento – continua Lia Bronzi- è, in tempi
come questi, una forma di resistenza umana alla brutalità di un mondo
esterno dove la morte sembra essere la protagonista quotidiana delle
cronache e delle sorti degli individui e di interi Stati, dove il senso del
futuro si smarrisce in un elenco spietato di orrori. Trovare autori che
trovano il coraggio di recuperare con la poesia, la musica, i colori della
pittura le ragioni di un modo di esistere e dar voce alla vita è dare
spazio alla parte migliore dei nostri giorni”.