
La presidente della presidenza della Bosnia-Erzegovina, Željka Cvijanović, ha espresso soddisfazione per i messaggi ricevuti durante i recenti incontri con funzionari americani, in particolare in occasione del 30° anniversario dell’Accordo di Dayton. Secondo Cvijanović, la nuova amministrazione statunitense non intende più imporre soluzioni o “costruire” altri Paesi, ma piuttosto sostenere la pace e la cooperazione economica, lasciando che i popoli decidano il proprio futuro.
Durante i colloqui a Dayton, Cvijanović ha sottolineato l’assenza di accuse dirette contro la Republika Srpska o riferimenti negativi a Milorad Dodik. Ha evidenziato una netta differenza tra l’approccio della precedente amministrazione americana, definita “autoritario e minaccioso”, e quello attuale, improntato al dialogo, alla comprensione e al rispetto della sovranità.
In particolare, ha fatto riferimento all’incontro con il vicesegretario di Stato Christopher Landau come esempio di un nuovo stile comunicativo e politico da parte americana, orientato alla stabilità e allo sviluppo economico, non all’interventismo.
Cvijanović ha criticato duramente l’Alto Rappresentante Christian Schmidt, accusandolo di voler centralizzare la Bosnia-Erzegovina, cancellando i diritti di serbi e croati. Ha affermato che le modifiche non ufficiali all’accordo di Dayton negli ultimi trent’anni hanno generato continue crisi, minando il delicato equilibrio previsto dagli accordi del 1995.
La presidente ha anche commentato la sua visita negli Stati Uniti, sottolineando che nonostante le sanzioni precedenti, ha ottenuto il visto senza problemi e ha goduto di un trattamento diplomatico adeguato. Secondo Cvijanović, le sanzioni della precedente amministrazione erano parte di una “politica di vendetta” contro la leadership della Republika Srpska.
Infine, ha ribadito che la Republika Srpska è impegnata a rispettare l’Accordo di Dayton, e che continuerà a promuovere cooperazione economica con l’America, nella speranza di porre fine a ingiustizie e pressioni politiche.