
(AGENPARL) – Fri 23 May 2025 Corte di giustizia dell’Unione europea
Agenda
Dal 2 al 8 giugno 2025
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Sofia Riesino
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Martedì 3 giugno 2025 – h. 9.00
Sentenza nella causa C-460/23 Kinsa (IT)
(Politica d’immigrazione – Obbligo per gli Stati membri di adottare sanzioni adeguate per prevenire il favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno non autorizzati)
Nell’agosto 2019, al suo arrivo all’aeroporto di Bologna in Italia, una cittadina di un Paese terzo ha presentato passaporti falsi per sé stessa, per sua figlia e per sua nipote, rispettivamente di 8 e 13 anni.
La donna è stata arrestata e perseguita dalla giustizia italiana per favoreggiamento dell’ingresso illegale delle due bambine minori.
Ha dichiarato di essere fuggita dal proprio Paese d’origine a causa delle minacce di morte da parte del suo ex compagno e per timore dell’incolumità fisica di sua figlia e di sua nipote, che le era stata affidata in seguito alla morte della madre. Poco tempo dopo, la donna ha presentato una domanda di asilo.
Nel contesto del procedimento penale, il tribunale di Bologna si è rivolto alla Corte di giustizia affinché questa determini se il comportamento della donna costituisca un’infrazione generale di favoreggiamento dell’ingresso irregolare, ai sensi della direttiva volta a definire l’aiuto all’ingresso, al transito e al soggiorno irregolari, e se debba essere punito con sanzioni penali.
Giovedì 5 giugno 2025 – h. 9.30
Sentenza nella causa C-359/24 Commissione / Grecia (Actualisation des plans de gestion de district hydrographique et des risques d’inondation)
(Politica comunitaria in materia di acque – Valutazione e gestione del rischio di alluvioni)
La Commissione chiede alla Corte di giustizia di dichiarare che la Grecia non ha rispettato gli obblighi che le incombono ai sensi della direttiva che istituisce un quadro comunitario per l’azione in materia di politica delle acque e della direttiva relativa alla valutazione e gestione del rischio di alluvioni.
La Commissione europea ritiene che la Grecia non abbia riesaminato e aggiornato i piani di gestione dei bacini idrografici, né abbia trasmesso le copie aggiornate di tali piani alla Commissione entro i termini previsti.
Inoltre, la Commissione europea considera che la Grecia non abbia riesaminato e, se del caso, aggiornato i piani di gestione del rischio di alluvioni nei tempi stabiliti, né abbia messo a disposizione della Commissione le relative revisioni o aggiornamenti entro le scadenze previste.
Giovedì 5 giugno 2025 – h. 9.30
Conclusioni nella causa C-769/22 Commissione / Ungheria (Valeurs de l’Union) (HU)
(Inadempimento di uno Stato – Valori dell’Unione – Dignità umana – Non discriminazione – Libertà di espressione – Vita privata e familiare)
Con la Legge LXXIX del 2021, che adotta misure più severe contro le persone condannate per pedofilia e modifica alcune leggi per la protezione dei minori, l’Ungheria ha introdotto diverse modifiche a vari atti legislativi nazionali.
Diverse di queste modifiche, adottate secondo l’Ungheria con l’obiettivo di proteggere i minori, in realtà vietano o limitano l’accesso a contenuti che rappresentano o promuovono “identità di genere che non corrispondono al sesso assegnato alla nascita, il cambio di sesso o l’omosessualità” (i cosiddetti “contenuti LGBTI”).
La Commissione ha avviato un’azione per inadempimento dinanzi alla Corte di giustizia contro l’Ungheria per tali modifiche. Ha chiesto alla Corte di constatare che l’Ungheria ha violato il diritto dell’UE su tre livelli distinti:
– il diritto primario e secondario relativo al mercato interno dei servizi, nonché il Regolamento generale sulla protezione dei dati;
– diversi diritti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea;
– e l’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea (TUE).
Giovedì 5 giugno 2025 – h. 9.30
Conclusioni nelle cause – C-696/23 P Pumpyanskiy / Consiglio (EN); C-704/23 P Khudaverdyan / Consiglio (FR); C-711/23 P Rashnikov / Consiglio (EN); C-35/24 P Mazepin / Consiglio (EN) e C-111/24 P Khan / Consiglio (FR)
(Misure restrittive adottate in relazione alla situazione in Ucraina – Congelamento di fondi e risorse economiche – Inclusione del nome del ricorrente)
Nel marzo 2022, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato misure restrittive inserendo diversi importanti imprenditori russi o legati alla Russia nelle liste di sanzioni dell’UE. Queste misure si basavano su atti del Consiglio adottati nel 2014 e modificati nel febbraio 2022, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate della Federazione Russa. Dopo il loro inserimento nelle liste nel 2022, cinque imprenditori hanno intentato cause davanti al Tribunale chiedendo l’annullamento delle misure del Consiglio che includevano il loro nome negli elenchi allegati. Essi hanno contestato la legittimità delle sanzioni, sostenendo che la loro inclusione non era giustificata.
Il Consiglio, su basi analoghe per ciascun caso, ha argomentato che le persone inserite occupavano ruoli dirigenziali o di proprietà in settori strategici dell’economia russa. Ha inoltre affermato che tali settori costituiscono una fonte sostanziale di entrate per il governo russo, responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina. Nel 2023, il Tribunale ha respinto ciascuna delle azioni. I signori Pumpyanskiy, Khudaverdyan, Rashnikov, Mazepin e Khan hanno presentato appelli separati dinanzi alla Corte di giustizia contro queste cinque sentenze.
Giovedì 5 giugno 2025 – h. 9.30
Conclusioni nella causa C-811/23 Commissione / Zippo Manufacturing e.a. (EN)
(Politica commerciale comune – Misure adottate dagli Stati Uniti d’America che impongono restrizioni all’importazione di determinati prodotti in alluminio e acciaio – Reazione dell’Unione europea mediante la sospensione di concessioni tariffarie e di altri obblighi equivalenti ai sensi delle norme dell’OMC)
Durante il primo mandato di Donald Trump come Presidente, gli Stati Uniti d’America hanno imposto dazi su diversi tipi di prodotti in acciaio di varie provenienze, compresa l’Unione Europea. L’Unione Europea ha risposto imponendo misure di riequilibrio su alcune categorie di prodotti importati dagli Stati Uniti. Una di queste categorie era quella dei “Altri accendini”, soggetta a un dazio aggiuntivo del 20% sulle importazioni.
I produttori e gli importatori dell’accendino ‘Zippo’, un prodotto tipicamente americano, hanno contestato l’imposizione di tali dazi. Hanno sostenuto che, conformemente all’articolo 41, paragrafo 2, lettera a), della Carta, avevano il diritto di essere ascoltati dalla Commissione prima che quei dazi fossero imposti. Il Tribunale ha dato ragione all’argomentazione di Zippo e ha annullato il regolamento che imponeva le misure di ritorsione su tutti i prodotti rientranti nella categoria “Altri accendini” (sentenza, T-402/20 (v. CP No. 157/23). La Commissione ha presentato appello contro questa sentenza.
Questa agenda propone una selezione di cause di possibile interesse mediatico che saranno trattate nei prossimi giorni, con una breve descrizione dei fatti che vi hanno dato origine.
Si tratta di un’iniziativa della Sezione italiana dell’Unità Stampa e Informazione, di carattere non ufficiale e non esaustivo, che in nessun modo impegna la Corte di giustizia dell’Unione europea
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Sofia Riesino
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