
Secondo il rapporto mensile sull’economia pubblicato giovedì dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca prevede una stagnazione dell’economia nel secondo trimestre del 2025. Alla base della previsione, l’impatto crescente dei dazi imposti dagli Stati Uniti e una persistente debolezza della domanda estera.
La Bundesbank sottolinea che “numerosi oneri continuano a gravare sull’economia tedesca” e che “l’inasprimento della politica tariffaria statunitense ha aggravato ulteriormente la situazione, colpendo in particolare l’industria delle esportazioni, già in difficoltà a causa della bassa domanda e di una posizione competitiva sfavorevole”.
Il rapporto evidenzia inoltre come le tariffe imposte o minacciate dall’amministrazione statunitense, unite all’apprezzamento dell’euro derivante dalle risposte dei mercati finanziari, stiano peggiorando le prospettive delle esportazioni tedesche.
Nonostante queste sfide, il rapporto offre un’apertura positiva: “Le misure recentemente concordate dal governo tedesco, tra cui la riduzione della burocrazia, il sostegno alla digitalizzazione e incentivi fiscali per gli investimenti, potrebbero contribuire a rafforzare l’economia nei prossimi anni.”
L’economia tedesca ha registrato una contrazione dello 0,2% nel 2024, dopo un calo dello 0,3% nel 2023. Il governo ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2025, portandole allo 0%, una stima condivisa anche dal Consiglio tedesco degli esperti economici (SVR).
Tuttavia, il PIL tedesco è cresciuto dello 0,2% nel primo trimestre, dopo un calo dello 0,2% nel trimestre precedente, evitando così tecnicamente la recessione.
