
(AGENPARL) – Sat 17 May 2025 SIGFRIDO RANUCCI A “UN ALIENO IN PATRIA” (RAI 3): “IN RAI MI SONO SEMPRE SENTITO LIBERO DI FARE IL MIO MESTIERE”
Roma, 17 maggio 2025
“Io in Rai mi sono sempre sentito libero di fare il mio mestiere. Però ci sono dei momenti in cui si fa più fatica per difenderti dal lavoro che fai. Perché poi le difficoltà non sono nella censura, ma nel farti funzionare una macchina molto complessa che non può permettersi di sbagliare. Perché sei sotto attacco continuamente: ho 196 tra querele e richieste di risarcimento danni, e fino adesso sono andate sempre bene”. Lo ha affermato il giornalista e conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, nel corso del programma “Un alieno in patria”, condotto da Peter Gomez, in diretta, su Rai 3.
“L’unica volta che mi è stato impedito risale al 2000, c’era l’amministrazione di centrosinistra”, ha detto Ranucci, “e riguardava un’inchiesta. Avevamo ritrovato la famosa cassetta dell’intervista a Paolo Borsellino, realizzata da due giornalisti francesi. Ricordo che era un documento straordinario, perché Borsellino, che non poteva essere accusato di essere una toga rossa – penso alla sua vicinanza al Movimento Sociale Italiano – aveva parlato 48 ore prima della strage di Capaci, dei rapporti tra i fratelli Dell’Utri e la mafia: la figura di Mangano, il famoso stalliere di Arcore e di Berlusconi, un imprenditore che la mafia poteva guardare con interesse per riciclare denaro sporco. Quindi erano delle dichiarazioni incredibili. Bene, quell’intervista non andò mai in onda. Fu fatta da due giornalisti francesi, comprata da Canal +, e noi come RaiNews 24 la ritrovammo grazie al coraggio del mio direttore Roberto Morrione, un direttore che tutti vorrebbero. E la mandammo in onda in maniera spezzata. Ma doveva far parte di uno speciale sulla mafia, con interviste esclusive, come quella al pentito Salvatore Cancemi che parlò per primo dei rapporti tra mafia e politica”.
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Antonio Ranalli
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