
Alla cortese attenzione del Direttore di Agenparl
Oggetto: Lettera aperta al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia – Sui diritti costituzionali degli associati
Gentile Direttore,
chiedo ospitalità alla Sua testata per rendere pubblica una riflessione che ritengo doverosa nel contesto democratico e repubblicano in cui viviamo. Una riflessione che nasce da una profonda e rispettosa inquietudine come Libero Muratore, regolarmente iscritto al Grande Oriente d’Italia, nei confronti della recente Delibera del 29 aprile 2025 e della successiva missiva del 30 aprile indirizzata a tutti gli associati.
Ritengo necessario ribadire alcuni principi fondamentali sanciti non solo nella nostra tradizione iniziatica, ma anche – e soprattutto – nella Costituzione della Repubblica Italiana, cui tutti abbiamo giurato fedeltà all’atto della nostra iniziazione.
Gli Antichi Doveri della Libera Muratoria parlano chiaro: il Massone è chiamato all’obbedienza alla legge morale, al rispetto dei poteri civili e alla coerenza con i valori della tolleranza, della pace e della legalità. In nessun punto dei nostri doveri si contempla l’obbligo di rinunciare ai diritti civili sanciti dalla legge dello Stato.
La recente imposizione di una “regolarizzazione” da parte del GOI, nei confronti di Fratelli che aderiscono ad altri corpi rituali non riconosciuti – nella fattispecie il Rito Scozzese Antico ed Accettato di Piazza del Gesù – accompagnata dalla minaccia di “conseguenziali addebiti”, appare gravemente lesiva dei diritti fondamentali sanciti dagli articoli 18 e 21 della Costituzione: libertà di associazione e libertà di espressione.
Il principio di libertà associativa, sancito dalla Carta, riconosce a ogni cittadino il diritto di aderire a una o più associazioni liberamente, senza dover rendere conto ad alcun soggetto terzo, a meno che non vi siano violazioni di legge. Ricordiamo che il GOI è, a tutti gli effetti, una associazione privata senza scopo di lucro, e come tale soggetta alle leggi italiane e non autonoma rispetto ad esse.
L’Italia è uno Stato democratico e liberale, in cui nessuna associazione può porre condizioni o vincoli lesivi della dignità, privacy e libertà dei suoi membri. La richiesta di “informazioni” su appartenenze associative extra GOI, peraltro non riconducibili ad attività illecite, appare in evidente conflitto con gli articoli 13, 14 e 15 della Costituzione, che tutelano la libertà personale, domiciliare e la segretezza della corrispondenza.
Inoltre, la Carta dei Diritti dell’Uomo dell’ONU, ratificata dall’Italia con la legge n. 881/1977, ribadisce all’art. 12 la tutela della sfera privata e dell’onore di ogni individuo. Ogni interferenza arbitraria in tal senso è vietata.
Mi appello dunque alla sensibilità delle Istituzioni pubbliche e degli organi di vigilanza sulla legalità associativa affinché si apra un confronto sereno, ma necessario, su quanto sta avvenendo in seno a una delle più antiche istituzioni iniziatiche italiane.
Come Massoni, siamo chiamati ad essere uomini liberi e di buoni costumi. Come cittadini, abbiamo il diritto e il dovere di difendere la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza – valori che uniscono tanto la nostra Repubblica quanto la nostra Tradizione.
Con sentimenti di profondo rispetto e in spirito costruttivo,