
Banja Luka – L’Assemblea nazionale della Republika Srpska ha ufficialmente sostenuto il veto posto da Željka Cvijanović, membro serbo e attuale presidente della presidenza della Bosnia-Erzegovina, sulle controverse conclusioni approvate senza consenso dagli altri due membri della presidenza, Denis Bećirović e Željko Komšić.
Con una maggioranza qualificata di due terzi, l’Assemblea ha confermato la dichiarazione di Cvijanović, secondo la quale le decisioni adottate durante la 22ª sessione ordinaria della presidenza, tenutasi il 12 maggio, danneggerebbero gravemente gli interessi vitali della Republika Srpska. Dei presenti, 64 parlamentari hanno votato a favore del veto, mentre solo cinque si sono espressi contro. I deputati della Lista Giustizia e Ordine e del Fronte Popolare si sono astenuti dal voto.
Le critiche più accese si sono concentrate su una delle conclusioni più discusse, in cui Bećirović e Komšić invitano l’EUFOR a collaborare con le agenzie di polizia statali nell’arresto di funzionari della Republika Srpska, una mossa definita provocatoria da parte serba.
Nel suo intervento, Cvijanović ha ribadito la legittimità del suo veto e ha sottolineato che l’uso della presidenza per “fini politici e conflittuali” è pericoloso. Ha inoltre affermato che la risposta istituzionale attraverso l’Assemblea rappresenta il modo più efficace per difendere l’autonomia e gli interessi dell’entità serba.
Alla sessione straordinaria hanno preso parte anche alte cariche istituzionali, tra cui il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik e il primo ministro Radovan Višković, segno dell’importanza attribuita alla questione.
Il voto ha messo in evidenza ancora una volta le profonde fratture politiche e istituzionali all’interno della Bosnia-Erzegovina, accentuando le tensioni tra la Republika Srpska e le istituzioni centrali.