
Dopo una notte di intensi combattimenti nelle aree centrali e residenziali della capitale libica, il Ministero della Difesa del governo di Abd Alhamid Aldabaiba ha annunciato un cessate il fuoco. L’annuncio, diramato all’alba, segna una temporanea battuta d’arresto negli scontri tra le forze regolari fedeli al governo e le milizie del Support and Stability Apparatus (SSA), guidate da Abdelghani Ghnewa Al-Kikly, il cui destino rimane incerto.
Il comunicato del ministero ha parlato di una decisione presa “per proteggere i civili e le istituzioni dello Stato” e ha confermato l’impiego di unità neutrali per stabilizzare la situazione. Ma dietro al lessico diplomatico si cela un radicale riequilibrio di potere nella sempre instabile scacchiera delle milizie tripoline.
I fatti della notte
Spari, incendi e un clima da guerra urbana hanno paralizzato Tripoli per ore. Testimoni e video circolati sui social – non ancora verificati – mostrano danni estesi a strutture civili, auto crivellate di colpi e il fumo levarsi dal noto complesso Dat Il Imad (Torre 5) e da un centro governativo anti-immigrazione in via Sika, vicino agli uffici del premier.
L’aeroporto Mitiga è stato chiuso, i voli dirottati a Misurata, scuole e università sospese. La capitale è rimasta per ore deserta, scossa da colpi in lontananza. Solo questa mattina, un barlume di normalità ha iniziato a riaffiorare.
La scintilla: l’ombra lunga di Ghnewa
A scatenare le ostilità, secondo molteplici fonti, sarebbe stata l’uccisione – ancora non confermata – di Abdelghani Ghnewa Al-Kikly, leader dell’SSA, considerata una delle milizie più potenti e radicate della capitale. Ghnewa si sarebbe trovato nella caserma Tikbali per un incontro con esponenti governativi e della Brigata 444, formalmente parte delle forze statali.
Lì qualcosa sarebbe andato storto: un tentativo di de-escalation degenerato in sparatoria? Un arresto fallito? Una trappola studiata per eliminarlo? Le versioni divergono, ma le immagini del presunto cadavere di Ghnewa diffuse online – mai confermate – alimentano il sospetto che l’operazione avesse obiettivi precisi e pianificati.
SSA: fine di un’era?
Se confermata, la morte di Ghnewa rappresenterebbe un colpo mortale all’SSA. Fonti locali parlano di una ritirata rapida, quasi senza combattere, dei suoi uomini da Abusleem. Nessun segno di devastazione: né veicoli bruciati, né corpi, né scontri prolungati. La resa sarebbe stata silenziosa e totale.
Alcuni osservatori ritengono che l’SSA si sia svuotata di contenuto negli ultimi anni, diventata un guscio glorificato abitato da giovani non pronti al conflitto. Altri credono che la leadership abbia intuito il tracollo e abbia scelto la fuga verso Kikla o i confini tunisini.
Una vittoria per Aldabaiba?
Il governo non ha perso tempo a presentare l’operazione come un successo politico e militare. Il premier Aldabaiba ha lodato pubblicamente il Ministero della Difesa e degli Interni, dichiarando: “Quanto realizzato oggi conferma che le istituzioni regolari sono in grado di proteggere la nazione […] e che non c’è spazio per milizie fuori dal controllo statale”.
Tuttavia, resta da capire se il suo esecutivo saprà consolidare questo vantaggio. Il vuoto lasciato dall’SSA dovrà essere colmato rapidamente per evitare che nuovi gruppi si affaccino, o che vecchi rivali rafforzino le proprie posizioni.
E ora Kara?
Con l’SSA apparentemente smantellata, tutti gli occhi sono ora puntati su Abdelraouf Kara e la sua Forza Speciale di Deterrenza (RADA/SDF), l’altra grande milizia tripolina, con base a Mitiga. Kara rappresenta l’ultimo grande ostacolo alla piena statalizzazione delle forze di sicurezza nella capitale. Un’eventuale rimozione del suo gruppo potrebbe segnare un punto di svolta definitivo per la Libia urbana.
Il ritorno alla normalità?
Nel frattempo, le autorità invitano alla calma. Il Ministero dell’Interno ha dichiarato la situazione “sicura e stabile”, chiedendo ai cittadini di tornare al lavoro. Le compagnie aeree stanno tornando a Mitiga e i servizi pubblici riprendono lentamente. Ma la domanda cruciale resta: sarà davvero la fine della guerra tra milizie a Tripoli o solo una tregua momentanea?