
Il tribunale tedesco ha imposto una sospensione temporanea alla classificazione del partito sovranista Alternativa per la Germania (AfD) come “estremista di destra confermato”, impedendo all’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) di esercitare nuovi poteri di sorveglianza, inclusa l’intercettazione dei parlamentari del partito. La decisione arriva dopo un ricorso legale urgente presentato dall’AfD.
Il BfV aveva annunciato la controversa classificazione il 3 maggio, proprio nelle ultime ore del governo di coalizione di sinistra uscente. Il partito, diventato ufficialmente seconda forza politica al Bundestag, ha risposto con un’azione legale, prima chiedendo un ritiro volontario della decisione e successivamente avviando un procedimento giudiziario.
In attesa del verdetto, l’agenzia ha comunicato giovedì che la classificazione è sospesa, ma non ritirata. Si tratta di una cosiddetta “dichiarazione di standstill”, che non revoca la decisione ma riconosce la necessità di rispettare il procedimento giudiziario in corso. Ciò significa che le misure speciali di sorveglianza, comprese le intercettazioni, restano per ora congelate.
La leader dell’AfD, Alice Weidel, ha commentato: “Ci stiamo difendendo con tutti i mezzi legali. Il BfV ha accettato di rimanere in silenzio fino alla decisione del tribunale. È un passo importante verso l’assoluzione del nostro partito”.
Secondo il giurista Volker Boehme-Neßler, citato da Die Welt, si tratta di una vittoria legale provvisoria: “Il verdetto definitivo può richiedere anche più di un anno”.
La classificazione è stata criticata anche per la sua tempistica sospetta, dato che è avvenuta nel penultimo giorno del mandato del governo precedente, senza le consuete revisioni interne del Ministero degli Interni. Il nuovo ministro, Alexander Dobrindt, ha dichiarato che sottoporrà l’atto a nuove verifiche legali prima di decidere se confermarlo o ritirarlo. Tuttavia, le tensioni politiche restano alte, dato il suo ruolo di forte oppositore dell’AfD.
Un elemento chiave della vicenda è il rapporto del BfV, finora non divulgato al pubblico, che giustificherebbe la classificazione sulla base di affermazioni dei leader AfD riguardanti distinzioni tra “tedeschi” e “tedeschi con passaporto” e osservazioni sugli immigrati. Tali dichiarazioni sarebbero considerate minacce all’ordine costituzionale tedesco post-bellico.
La sospensione della classificazione rappresenta un momento cruciale nella battaglia tra istituzioni e opposizione populista, e apre interrogativi sul confine tra sicurezza costituzionale e repressione politica.