
(AGENPARL) – Fri 09 May 2025 Patto Sociale per Parma: una governance condivisa per la prossimità, l’inclusione e la cura delle fragilità
Parma, 9 maggio 2025 – Il Patto Sociale per Parma si conferma come uno strumento operativo di collaborazione istituzionale, sociale e territoriale finalizzato a promuovere la prossimità, l’integrazione socio-sanitaria e il sostegno alle persone in condizione di fragilità. Nato con l’obiettivo di rafforzare le reti di comunità e migliorare la risposta ai bisogni emergenti, il Patto si articola in otto tavoli tematici che, nel corso dell’ultimo anno, hanno contribuito a delineare strategie condivise, progettualità concrete e interventi territoriali innovativi.
La cornice operativa del Patto si fonda su un approccio partecipativo alla pianificazione delle politiche sociali e sanitarie, con l’intento di costruire una risposta integrata, coordinata e personalizzata. Tra gli obiettivi generali vi sono il miglioramento della presa in carico, la promozione di modelli preventivi, l’individuazione di soggetti e contesti a rischio e la valorizzazione delle risorse già attive sul territorio. Accanto a questi obiettivi strategici si collocano azioni specifiche che hanno interessato le diverse aree di intervento.
Il punto è stato fatto questa mattina, in occasione dell’evento “Il Patto Sociale per tutti noi: i risultati di due anni di lavoro” che si è svolto al Cinema Astra, nell’ambito delle “Giornate del Patto Sociale”.
“I numeri del Patto Sociale confermano che, negli ultimi due anni, è cresciuta la capacità che la città ha di rispondere ai bisogni delle persone – ha dichiarato il Sindaco Michele Guerra. Questa mattina il Cinema Astra ospita i rappresentanti delle realtà che si prendono cura dei cittadini e delle cittadine di Parma, e che si occupano anche delle persone che arrivano nella nostra città. In un momento in cui la fragilità e la vulnerabilità della nostra società pervadono la vita quotidiana della città, il Patto Sociale per Parma è la risposta più forte: un coordinamento efficace che permette a tutte le persone che si occupano di politiche sociali di condividere esperienze, competenze, intelligenze, spazi e modi di intervento”.
“La cultura che ha ispirato il Patto Sociale per Parma è la stessa che guida gli obiettivi di mandato della Giunta regionale: una cultura orientata alla promozione della salute e alla prevenzione in tutte le politiche, anche dal punto di vista metodologico – ha commentato Massimo Fabi, Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna. Il Patto Sociale per Parma ha visto una sinergia tra tanti enti, istituzioni, tecnici dell’ambito della Sanità e del Sociale, mondo imprenditoriale e altri soggetti; questa collaborazione permette di dare concreta attuazione a quell’amministrazione condivisa che le norme nazionali ci indicano come indirizzo per gli interventi integrati”.
“La cultura della cura – continua Fabi – che ha ispirato il Patto Sociale per Parma è all’interno degli obiettivi di mandato di questa Giunta regionale, una cultura che vogliamo estendere a tutta la comunità regionale: Parma è un laboratorio che rappresenta un modello di come si deve lavorare tra istituzioni e come si debba fare welfare di comunità”.
Isabella Conti, Assessora a Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia, Scuola della Regione Emilia-Romagna è intervenuta con un video messaggio.
“Il Patto Sociale rappresenta una delle leve strategiche più importanti per lo sviluppo di un welfare cittadino moderno, integrato e capace di rispondere con efficacia alle nuove forme di bisogno. La sua forza risiede nella capacità di mettere attorno allo stesso tavolo istituzioni, servizi, Terzo Settore, operatori e cittadini, costruendo sinergie che superano la frammentazione e generano valore condiviso” evidenzia Ettore Brianti, Assessore alle Politiche Sociali. “Non si tratta di un percorso astratto o sperimentale: stiamo portando avanti azioni concrete che stanno migliorando la vita delle persone. Solo come Comune, ogni anno supportiamo oltre 7.000 famiglie attraverso servizi educativi, sociali, abitativi e di prossimità del Patto Sociale. Insieme, stiamo rendendo più efficace la presa in carico, rafforzando la prevenzione, migliorando l’accessibilità ai servizi e favorendo l’inclusione delle persone in condizione di fragilità. Questo approccio integrato è oggi imprescindibile. Di fronte a sfide complesse come quelle della disabilità, della genitorialità fragile, dell’abitare e delle fragilità psicosociali, è necessario un cambio di passo: il Patto Sociale rappresenta proprio questo cambio di paradigma, che pone la persona al centro e valorizza la responsabilità condivisa tra pubblico, privato e comunità. Continueremo su questa strada con determinazione, perché i risultati che stiamo ottenendo confermano che è la direzione giusta per costruire una città più coesa, equa e solidale”.
I tavoli di lavoro
Case della Comunità: sanità e sociale in stretta connessione
Il tavolo dedicato alla transizione dalle Case della Salute alle Case della Comunità ha lavorato per ridefinire il ruolo dei presidi territoriali, con l’obiettivo di rafforzare il raccordo tra il sistema sanitario e quello sociale. Il lavoro svolto ha portato alla formalizzazione di nuovi modelli organizzativi, come il nuovo Punto Unico di Accesso Socio-Sanitario (PUA), con un maggiore coinvolgimento dell’infermiere di famiglia e di comunità, chiamato a svolgere funzioni di assistenza diretta, prevenzione, counseling e orientamento all’utilizzo dei servizi. Le Case della Comunità diventano così punti di riferimento prossimali, dove si costruisce una presa in carico multidimensionale e continuativa, a stretto contatto con le famiglie e le reti locali. Il nuovo PUA, attivato sperimentalmente su due poli dall’autunno 2024, ha preso in carico al 31/03/2025 oltre 800 casi.
Dimissioni difficili e protette: un percorso integrato per la continuità della cura
Il tavolo sulle dimissioni difficili e protette ha approfondito le modalità di transizione dal contesto ospedaliero al territorio, con particolare attenzione ai soggetti non autosufficienti o in condizioni di vulnerabilità. È stato attivato un progetto pilota nazionale del PNRR, con la definizione di percorsi strutturati per la gestione delle dimissioni complesse, garantendo il raccordo tra ospedale, medici di medicina generale, infermieristica domiciliare, cooperazione sociale e servizi sociali. L’attivazione tempestiva e il coordinamento di tutti gli interlocutori favorisce la continuità assistenziale e la personalizzazione dei piani di cura. Tramite il progetto PNRR sono stati forniti alle famiglie concreti aiuti logistici, economici e professionali (es. assistente famigliare gratuita per due settimane) per favorire una domiciliarità protetta e sicura. Dalla fine del 2024 circa 100 persone sono state accompagnate nel percorso di dimissione ospedaliera nell’ambito del progetto PNRR.
Famiglia e Genitorialità: prevenzione e sostegno alle reti educative
Il tavolo Famiglia e Genitorialità ha sviluppato interventi orientati alla prevenzione e al sostegno delle famiglie, con un’attenzione particolare alle situazioni di fragilità. Tra le principali iniziative, il “percorso crescita” ha promosso un approccio comunitario alla genitorialità, valorizzando il dialogo tra famiglie, servizi educativi e operatori. Sono stati attivati spazi di ascolto, formazione e confronto, che intendono rafforzare le capacità genitoriali e la coesione familiare. Nel 2024 oltre 400 bambine e bambini, 250 genitori e 50 insegnanti sono stati accompagnati nel “percorso crescita” e circa 200 famiglie hanno avuto accesso al Centro famiglie per counseling genitoriale, di coppia e mediazione famigliare.
Disabilità e disturbi del neurosviluppo: percorsi personalizzati e autonomia abitativa
Il gruppo di lavoro che si occupa di disabilità fisica e cognitiva ha delineato interventi volti a favorire percorsi di autonomia e inclusione, in coerenza con le linee guida nazionali e regionali. È stato avviato il progetto “Casa delle Autonomie”, che promuove soluzioni abitative inclusive per persone con disabilità intellettiva, con l’obiettivo di sostenere l’autonomia personale e lo sviluppo di competenze sociali. Da luglio 2023 alla fine del 2024, hanno partecipato al progetto “Casa delle Autonomie” 30 persone con disabilità effettuando circa 450 giorni di esperienza abitativa autonoma. All’interno di questo percorso si colloca anche il modello del “Progetto di Vita”, che prevede una valutazione multidimensionale e la costruzione partecipata di interventi personalizzati. Il modello del “Progetto di Vita” è all’avanguardia nel panorama nazionale per gli aspetti di multidimensionalità, partecipazione e allocazione coordinata delle risorse mediante un budget di progetto individualizzato.
Fragilità adulte: spazi diurni e riattivazione sociale
Il tavolo relativo alle fragilità adulte in ambito DSM ha concentrato l’attenzione su adulti in condizioni di marginalità, solitudine o disagio psicosociale. Sono stati attivati due progetti specifici, “SO-STARE” e “RI-PARTENZA”, che prevedono spazi diurni e accoglienze residenziali dedicate. L’approccio adottato valorizza la gradualità dei percorsi di riattivazione, il supporto relazionale e l’integrazione delle risorse territoriali, nella prospettiva di un’uscita progressiva dalla condizione di isolamento. Oltre 200 persone sono state intercettate dai due progetti.
“Fa’ la casa giusta!”: accesso all’abitare e supporto all’autonomia
Il tavolo “Fa’ la casa giusta!” ha rafforzato le attività di orientamento e supporto all’abitare, con l’obiettivo di garantire accesso a soluzioni abitative adeguate per persone in situazione di disagio. Gli sportelli attivati offrono consulenza, accompagnamento e mediazione, promuovendo una rete di opportunità che coinvolge enti pubblici, associazioni e soggetti del terzo settore. L’attenzione è rivolta in particolare a situazioni di vulnerabilità economica, emergenza abitativa e transizione verso l’autonomia.
Il progetto “Fa’ la casa giusta!” del Comune di Parma ha portato al recupero di oltre 500 alloggi destinati all’edilizia residenziale pubblica, con l’obiettivo di raggiungere quota 600 entro la metà del 2025. L’iniziativa, sostenuta da Fondazione Cariparma, ACER Parma, Regione Emilia-Romagna e Comune di Parma, mira a ridurre il numero di alloggi sfitti e rispondere concretamente all’emergenza abitativa della città.
Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: la sfida della prevenzione
Il tavolo, attivato a fine 2024, è nato per facilitare un confronto tra i vari attori istituzionali (Comune, Aziende Sanitarie, Università, Scuole, Istituzioni sportive, Volontariato, Terzo Settore etc) per individuare i “nodi” per migliorare cura e soprattutto prevenzione dei Disturbi Alimentari, considerando che i casi in carico ai servizi sanitari specialistici a Parma sono ormai circa 500 con oltre 130 nuovi casi all’anno. Sono in via di attivazione progetti stabili di prevenzione primaria e secondaria a favore delle Scuole primarie e secondarie e la progettazione di nuovi e innovativi setting assistenziali per la cura e la riabilitazione dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione.
Osservatorio del Welfare dell’Università di Parma
L’Osservatorio quali-quantitativo ha elaborato proposte metodologiche per “ripensare” lo Stato sociale nell’ottica delle Case di Comunità e ha effettuato una analisi demografico-epidemiologica dei quartieri di Parma, con particolare riferimento alla rilevazione dei quartieri con maggiore “tensione” anagrafica, per individuare persone vulnerabili (anziani soli, giovani coppie senza rete famigliare etc).
Una visione condivisa per una comunità coesa
L’intero impianto del Patto Sociale si fonda su alcuni temi trasversali ritenuti prioritari: la prevenzione, intesa come investimento strategico; l’integrazione, che si concretizza nella collaborazione tra servizi socio-sanitari, scuola, terzo settore e cittadinanza; la personalizzazione degli interventi, con una forte attenzione ai bisogni individuali; la continuità assistenziale, che garantisce coerenza e stabilità nei percorsi di cura, soprattutto nei momenti di transizione tra contesti differenti.
Il Patto Sociale per Parma proseguirà con la stessa impostazione partecipativa e con il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti della rete locale, nella consapevolezza che la co-progettazione rappresenti uno strumento essenziale per affrontare le sfide di una comunità in continua evoluzione.