
(AGENPARL) – Wed 07 May 2025 Ufficio Stampa / Press Office
CLIMA | Studiate le ‘soglie critiche’ nei cambiamenti climatici globali
PressRelease/ComunicatoStampa
L’analisi approfondita dei dati climatici degli ultimi 66 milioni di anni ha permesso di
comprendere meglio il ruolo delle soglie critiche (“tipping points”) nei cambiamenti globali e
migliorare le previsioni sul futuro del clima
[Roma, 7 maggio 2025]
Lo studio dei tipping points climatici, vale a dire delle “soglie critiche” oltre le
quali il sistema climatico subisce cambiamenti irreversibili come il collasso
delle calotte glaciali o il rallentamento della circolazione oceanica globale, ha
evidenziato come il nostro attuale periodo climatico mostri caratteristiche
distintive e peculiari rispetto alle epoche climatiche passate.
È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV) in collaborazione con altri Enti di Ricerca e Università
internazionali, recentemente pubblicata sulla rivista ‘Scientific Reports’.
Nel corso della storia geologica, il nostro pianeta ha attraversato fasi climatiche
molto diverse: dai periodi “Hothouse” e “Warmhouse”, in cui le temperature erano
elevate e non esistevano calotte polari, ai periodi “Icehouse”, come quello attuale,
in cui la presenza di ghiacci ai poli regola il clima globale.
I risultati dello studio a guida INGV, ottenuti grazie a innovativi e avanzati
strumenti matematici di analisi della variabilità climatica in grado di
individuare segnali precursori di transizioni critiche, offrono nuove prospettive
sulla stabilità del clima terrestre e sul rischio di transizioni irreversibili,
strettamente legate al cambiamento climatico in atto.
“Il nostro lavoro mostra che i tipping points climatici non si manifestano con le
stesse dinamiche nei diversi periodi geologici della Terra. In particolare, l’attuale
periodo Icehouse, caratterizzato da cicli glaciali-interglaciali, presenta
caratteristiche distintive rispetto alle epoche passate, con implicazioni cruciali per
la comprensione della stabilità climatica e del cambiamento in atto”, spiega
Tommaso Alberti, ricercatore dell’INGV e primo autore dell’articolo.
“L’Icehouse attuale è particolarmente sensibile a piccole perturbazioni, un aspetto
che lo rende più vulnerabile ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Le metriche
utilizzate hanno mostrato che l’avvicinarsi ai tipping points è accompagnato da un
aumento della persistenza e dell’intensità di eventi estremi, con implicazioni per il
futuro del clima terrestre”, continua Alberti.
Le analisi condotte nella ricerca hanno permesso di distinguere tra cambiamenti
graduali e bruschi nel sistema climatico, evidenziando come, nell’attuale fase
Icehouse, le fluttuazioni climatiche siano più frequenti e caratterizzate da una
maggiore variabilità rispetto a epoche più calde.
“I risultati ottenuti suggeriscono che la nostra epoca è caratterizzata da un
comportamento più ‘intermittente’ rispetto ai periodi caldi del passato, con
transizioni più rapide tra stati climatici diversi”, aggiunge Fabio Florindo,
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Presidente dell’INGV e co-autore dello studio. “Questa variabilità rende ancora più
difficile prevedere con precisione l’evoluzione del nostro clima e impone
un’attenzione particolare nello studio dei tipping points”.
Lo studio dei diversi tipping points climatici evidenzia come il loro
comportamento dipenda dalla struttura climatica di fondo e dalla dinamica
interna del sistema: comprendere queste differenze è essenziale per migliorare le
previsioni climatiche e individuare le soglie oltre le quali il cambiamento
climatico potrebbe diventare irreversibile.
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Link allo studio
Link utili:
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
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Figura 1: Analisi bivariata su più scale durante i periodi caldi (66–34 milioni di
anni fa).
(A) Serie temporali dei dati paleoclimatici CENOGRID: in blu l’ossigeno (O) e in rosso il
carbonio (C).
(B–D) Indicatori su più scale che mettono in relazione i due segnali:
(B) Dimensione istantanea (d), una misura della complessità del sistema;
(C) Indice estremo (θ), che riflette la stabilità del sistema (valori vicini a 0
indicano stati più stabili o persistenti);
(D) Indice di co-ricorrenza, che mostra quanto i due segnali sono
accoppiati nel tempo (valori vicini a 1 indicano un accoppiamento più
forte).
Le linee verticali tratteggiate nel pannello (A) indicano i confini tra le diverse epoche
geologiche,
alcuni
eventi
chiave
evidenziati.
Nei pannelli (B–D), le linee verticali continue e puntinate segnano i Punti Critici (Tipping
Points) individuati da Rousseau et al. attraverso un’analisi univariata su O e C (per
chiarezza, vengono etichettati solo quelli di C). Le linee orizzontali bianche tratteggiate e
punteggiate rappresentano le principali scale temporali delle ciclicità astronomiche di
Milankovitch: precessione (~20.000 anni), obliquità (~40.000 anni) ed eccentricità
(~100.000 anni).
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Figura 2: Analisi bivariata su più scale durante i periodi freddi (ultimi 34 milioni
di anni).
(A) Serie temporali dei dati paleoclimatici CENOGRID: in blu l’ossigeno (O) e in rosso il
carbonio (C).
(B–D) Indicatori che analizzano la relazione tra i due segnali su diverse scale temporali:
(B) Dimensione istantanea (d), che misura la complessità del sistema climatico in
ogni momento;
(C) Indice estremo (θ), che riflette quanto il sistema è stabile o persistente (valori
vicini a 0 indicano maggiore stabilità);
(D) Indice di co-ricorrenza, che misura il livello di sincronizzazione tra O e C
(valori vicini a 1 indicano una forte interdipendenza).
Nel pannello (A), le linee verticali tratteggiate segnano i confini tra le epoche geologiche,
mentre alcuni eventi climatici importanti sono evidenziati nel momento in cui si sono
verificati.
Nei pannelli (B–D), le linee verticali continue e tratteggiate indicano i Punti
Critici (Tipping Points) identificati da Rousseau et al. con un’analisi separata di ciascun
segnale (vengono mostrati solo quelli relativi al carbonio per chiarezza). Le linee
orizzontali bianche tratteggiate e punteggiate rappresentano le principali scale
temporali delle ciclicità astronomiche di Milankovitch: precessione (~20.000 anni),
obliquità (~40.000 anni) ed eccentricità (~100.000 anni).
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