
Il colosso di Cupertino si prepara a un futuro post-Cina in risposta alla guerra commerciale e registra ricavi record nel trimestre di marzo. Apple ha annunciato che la maggior parte degli iPhone destinati al mercato statunitense sarà prodotta in India, segnando una svolta epocale per la sua catena di approvvigionamento. La decisione è stata comunicata a margine della presentazione dei risultati finanziari del trimestre di marzo, durante il quale la società ha registrato un fatturato record di 95 miliardi di dollari, il più alto degli ultimi due anni.
L’impennata delle vendite è stata spinta in parte dalla corsa dei consumatori all’acquisto di dispositivi prima dell’entrata in vigore di nuovi dazi commerciali voluti dall’amministrazione Trump. Il modello di punta del trimestre, l’iPhone 16e, un dispositivo di fascia economica con funzioni AI semplificate, ha avuto un ruolo centrale nel trainare la domanda.
Fine dell’era “Made in China”?
Tradizionalmente dipendente dalla produzione cinese, Apple si sta ora rapidamente diversificando. A causa della crescente tensione commerciale tra Washington e Pechino, l’azienda ha iniziato a spostare gran parte della produzione in India e Vietnam. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, gli iPhone verranno assemblati principalmente in India, mentre dispositivi come gli iPad e altri accessori digitali verranno importati dal Vietnam.
Apple ha consolidato negli ultimi anni la propria presenza industriale in India grazie a collaborazioni con Foxconn e Tata Electronics, investimenti che ora si rivelano strategici. L’azienda punta così a ridurre la sua vulnerabilità ai dazi cinesi, che potrebbero raggiungere anche il 20% sulle importazioni dalla Cina.
Sfide globali e pressioni legali
Nonostante i numeri record, Apple non è immune da rischi. Il 25% dell’utile operativo dell’azienda proviene dalle royalty pagate da Google per essere il motore di ricerca predefinito su Safari. Tuttavia, una recente sentenza federale ha giudicato questi accordi illegali per motivi antitrust, mettendo in discussione entrate stimate attorno ai 20 miliardi di dollari annui.
Inoltre, la compagnia è al centro di una nuova controversia legale sull’App Store, dopo che un giudice ha chiesto misure correttive contro Apple per non aver rispettato una precedente decisione. La vicenda potrebbe intaccare un’altra fonte fondamentale di ricavi, nel caso in cui gli sviluppatori ottenessero il via libera a gestire pagamenti direttamente al di fuori dell’ecosistema Apple.
Prospettive e adattamento
Nonostante la stagnazione delle vendite in Cina – dove i consumatori preferiscono sempre più marchi locali – Apple mostra una strategia proattiva: diversificazione produttiva, rafforzamento nei mercati emergenti e adattamento normativo.
Se da un lato i nuovi dazi rappresentano una minaccia per i margini, dall’altro le mosse verso l’India e il Vietnam segnano l’avvio di una nuova era produttiva per Apple, sempre meno legata a Pechino e sempre più focalizzata sulla resilienza geopolitica.