
Il presidente dell’Assemblea Nazionale della Republika Srpska, Nenad Stevandić, ha commentato con parole forti la recente decisione dell’Interpol di respingere per la seconda volta la richiesta di mandato di arresto internazionale nei confronti dei leader della Republika Srpska, definendo la vicenda “una chiara persecuzione politica”.
“L’Interpol ha nuovamente respinto il mandato di arresto e il relativo ricorso. Tutto il mondo sa che siamo un popolo libero, che si muove liberamente in tutto il mondo, tranne che in Bosnia-Erzegovina”, ha dichiarato Stevandić, sottolineando come la decisione dell’organizzazione internazionale confermi la legittimità delle posizioni della leadership serba di Bosnia.
Secondo Stevandić, la natura politica del procedimento è evidente:
“È chiaro a tutti che si tratta di una persecuzione politica, tranne che a Christian Schmidt, ai suoi sostenitori a Sarajevo e a un piccolo gruppo di suoi sudditi nella Republika Srpska”.
Accuse al sistema giudiziario
Il presidente dell’Assemblea Nazionale ha inoltre espresso dure critiche al sistema giudiziario bosniaco, accusandolo di essere strumentalizzato per fini politici:
“Anche le norme penali sono state abusate per raggiungere obiettivi politici di persecuzione e di eliminazione del processo decisionale di un intero popolo in Bosnia-Erzegovina, impedendo alla Republika Srpska di svolgere la sua funzione come entità”.
La vicenda si inserisce nel contesto della controversa richiesta avanzata dalla Corte di Stato bosniaca, che chiedeva l’emissione di un mandato di cattura internazionale per il presidente Milorad Dodik e altri esponenti della leadership serba, richiesta che l’Interpol ha definito “politicamente motivata” e quindi non compatibile con il proprio statuto.