
(AGENPARL) – Thu 24 April 2025 Gentili colleghi,
si trasmettono le principali evidenze della seconda parte del XXVI Rapporto sul mercato del lavoro del CNEL dedicata alle relazioni industriali e alla contrattazione collettiva. Ne approfittiamo per augurarvi una buona serata.
II PARTE: RELAZIONI INDUSTRIALI E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA – IL RAPPORTO CNEL SU MERCATO DEL LAVORO E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA
L’Assemblea del CNEL ha approvato il XXVI Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva. A seguire le principali evidenze relative alla seconda parte del documento: RELAZIONI INDUSTRIALI E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA.
CNEL: RECUPERO DELLE RETRIBUZIONI CONTRATTUALI
Il XXVI Rapporto CNEL sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva esplora il patrimonio informativo dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro istituito presso il Consiglio. I dati mostrano alcune linee di tendenza relativamente al 2024. Innanzitutto, si conferma la fase di recupero delle retribuzioni contrattuali, all’interno di una tendenza di lungo periodo che vede i salari in Italia rimasti sostanzialmente stagnanti per tre decenni: crescita dell’1% a fronte del 33% medio dell’area OCSE.
CNEL: FORTE CONCENTRAZIONE DELLA COPERTURA CONTRATTUALE
Si registra una forte concentrazione della copertura contrattuale, che contrasta fortemente con la frammentazione numerica dei contratti collettivi nazionali di lavoro registrati presso il CNEL. I dati dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro segnalano certamente la presenza di un numero rilevante di contratti in ciascun settore, ma se si utilizza una soglia di rilevanza statistica (ad esempio dell’1% del totale dei lavoratori censiti dal modello uniemens nel settore di riferimento) emerge che i CCNL applicati in modo significativo sono generalmente poche unità. Un esercizio svolto sul settore metalmeccanico e su dati tratti dal flusso informativo uniemens mostra che i primi quattro CCNL si applicano a più del 98% dei lavoratori del settore. I CCNL depositati, ripartiti per settore, che risultano applicati ad almeno l’1% dei dipendenti censiti nel settore attraverso le dichiarazioni uniemens: sono 7 nel settore chimici, 4 nel settore meccanici, 7 nei tessili, 6 negli alimentaristi, 10 nell’edilizia, legno e arredamento, 9 nei trasporti. È quanto evidenzia il XXVI Rapporto CNEL sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva.
CNEL: CCNL SINDACATI PIÙ RAPPRESENTATIVI APPLICATI A OLTRE IL 96% DEI DIPENDENTI SETTORE PRIVATO
Dall’analisi contenuta nel Rapporto CNEL sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva emerge che i CCNL sottoscritti dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sono applicati a oltre il 96% dei dipendenti del settore privato (esclusi “agricoltura” e “lavoro domestico e di cura”) censiti dall’INPS per mezzo del flusso uniemens e al 100% dei dipendenti del settore pubblico contrattualizzati censiti dalla Ragioneria Generale dello Stato per mezzo del Conto annuale delle amministrazioni pubbliche.
CNEL: 722 CCNL SU TOTALE 1.017 APPLICATI A MENO DI 1.000 LAVORATORI
CNEL: 6,389 MILIONI LAVORATORI CON CONTRATTO IN ATTESA DI RINNOVO
Dei 1.017 contratti depositati al CNEL alla data del 31 dicembre 2024, ben 74 risultano non rinnovati da almeno 10 anni e applicati a 40.123 lavoratori. Il numero complessivo di lavoratori in attesa di rinnovo era al 31 dicembre 2024 pari a 6 milioni 389 mila (nel 2023 erano circa 7,7 milioni), a fronte di 8 milioni 349 mila disciplinati da contratti rinnovati. Al 31 dicembre 2024 la percentuale di dipendenti coperti da CCNL rinnovato era del 56%, con punte del 13% nel settore trasporti, del 19% nel settore meccanica, del 35% nei tessili, del 93% dei chimici e del 95% del terziario e servizi. Lo evidenzia il XXVI Rapporto CNEL sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva.
CNEL: PRATICHE DI DUMPING CONTRATTUALE IN SPECIFICHE AREE GEOGRAFICHE E SETTORI
Il Rapporto CNEL sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva conferma che pratiche di dumping contrattuale sono diffuse in specifiche aree geografiche e in specifici settori produttivi, con particolare rilevanza nel terziario di mercato dove si registra una presenza di contratti collettivi in aperta competizione con quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative. Va infine tenuto conto che i rinnovi contrattuali del 2024 hanno cercato di bilanciare la necessità di tutela dei lavoratori con le esigenze di una più produttiva organizzazione del lavoro, con l’emergere di prime forme di regolazione dei sistemi di intelligenza artificiale, anticipando quella che sarà probabilmente una delle sfide centrali della contrattazione futura e mostrando la capacità del sistema di relazioni industriali di intercettare i cambiamenti tecnologici.
CNEL: NEL BIENNIO 2023-2024 ATTIVATI 86 NUOVI CODICI CCNL/AEC
Il Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva registra in serie storica il numero di CCNL e Accordi economici collettivi depositati nell’Archivio CNEL: erano 267 nel 1995, 307 nel 2005, 587 nel 2015 e 1062 a dicembre 2024. Sono inoltre riportati i nuovi codici assegnati nel corso degli anni (50 solo nell’anno 2024) e quelli cancellati per cessazione di CCNL o per confluenza in altri CCNL. Nel biennio 2023-2024 risultano attivati 86 nuovi codici CCNL/AEC, dei quali 9 sottoscritti da organizzazioni sindacali storiche, comparativamente più rappresentative sul piano nazionale relativamente ai settori contrattuali del lavoro privato. Questi 9 CCNL risultano applicati a 132.637 lavoratori dipendenti, mentre gli altri 77 nuovi contratti o accordi riguardano appena 5.483 lavoratori.