
CAR-T, un nuovo paradigma nel trattamento dei tumori. AIL riunisce a Roma importanti specialisti in oncoematologia per fare il punto sullo stato dell’arte e le prospettive future
Aggiornare uno scenario in continua evoluzione e migliorare la conoscenza, l’accesso e la gestione dei trattamenti, con uno sguardo alle esperienze cliniche maturate, ai successi dei pazienti trattati e ai futuri ambiti di applicazione: dopo Milano, arriva a Roma
CAR-T – Il futuro è già qui, campagna itinerante e online promossa da AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma.
A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica, le CAR-T sono una realtà nella pratica clinica: crescono i successi nel trattamento di alcune patologie onco-ematologiche: molte centinaia i pazienti con tumori del sangue, in gran parte aggressivi, trattati, più di quaranta i Centri accreditati per la somministrazione. Aumenta il numero delle CAR-T autorizzate in oncologia e onco-ematologia, mentre a livello nazionale e internazionale la ricerca scientifica è a caccia di nuovi e difficili bersagli da colpire.
A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica anticancro, le CAR-T (acronimo di Chimeric Antigens Receptor T-Cells), terapie avanzate basate sulla modifica e sul potenziamento dei linfociti T che in questo modo riescono a riconoscere e aggredire le cellule tumorali, sono oramai una realtà ben presente e utilizzata nella pratica clinica di numerosi Centri italiani. Si comincia a raccogliere i frutti di questi primi anni di utilizzo e gestione delle terapie CAR-T, diventate un nuovo paradigma di cura per alcuni tumori del sangue, aggressivi e refrattari, e motivo di speranza per i pazienti dopo tanti fallimenti.
Ma il ‘viaggio nel futuro’, appena iniziato, continua perché se da un lato aumenta il numero delle CAR-T cells autorizzate in oncologia e onco-ematologia (secondo il Report 2019 dell’European Society for Blood and Marrow Transplantation-EBMT sui trapianti di cellule emopoietiche, le terapie CAR-T sono cresciute del 650% rispetto al 2017) e nei laboratori di tutto il mondo la ricerca scientifica avanza velocemente a caccia di nuovi e difficili bersagli da colpire, dall’altro le CAR-T come le conosciamo oggi sono solo il primo passo su un cammino in profonda evoluzione e ancora molti interrogativi a cui dare risposte.
In questa prospettiva AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, ha deciso di proseguireil ‘viaggio’ di CAR-T – Il futuro è già qui, con la tappa di Roma, patrocinata da Fondazione GIMEMA Franco Mandelli Onlus. L’incontro è stato introdotto da un intervento sulle più recenti indicazioni delle terapie CAR-T nelle neoplasie ematologiche di Franco Locatelli, Direttore Area Clinica di Oncoematologia Pediatrica, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, Professore Ordinario di Pediatria, Università Cattolica Sacro Cuore di Roma, Presidente Consiglio Superiore di Sanità; hanno partecipato, inoltre, in veste di moderatori Fabrizio Pane, Professore Ordinario di Ematologia, Direttore Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Anatomia Patologica, Università Federico II di Napoli, Direttore UOC Ematologia e Trapianti di Midollo, A.O.U. Federico II di Napoli, Simona Sica, Direttore Unità Operativa Complessa Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche, Medico chirurgo, Professore Associato Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma e Adriano Venditti, Professore di Ematologia, Università di Roma Tor Vergata, Direttore UOSD Malattie Mieloproliferative Policlinico Tor Vergata di Roma.
La campagna itinerante e online è nata nel 2021, per informare pazienti, familiari, caregiver e specialisti, e migliorare la conoscenza, l’accesso e la gestione dei trattamenti, con uno sguardo alle esperienze cliniche maturate, ai successi dei pazienti trattati e ai futuri ambiti di applicazione.
«L’arrivo delle CAR-T in Italia è stato atteso per lungo tempo e quando finalmente queste terapie si sono rese disponibili hanno generato molte aspettative e domande. AIL ha subito avvertito la necessità di scendere in campo con una informazione chiara e corretta: è nata così la campagna “CAR-T – Destinazione futuro”, ideata con l’obiettivo di fare educazione su queste innovative terapie cellulari –afferma Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – La prima edizione della campagna ha raggiunto 10 Regioni italiane con 11 tappe da nord a sud del Paese grazie al sostegno delle sezioni locali AIL. Ma AIL è consapevole che il viaggio nel futuro delle CAR-T continua, da qui la decisione di proseguire il “viaggio” con questa seconda edizione dell’iniziativa. Anche se rimangono ancora molte sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici e alcuni interrogativi importanti a cui dare risposte, le CAR-T rappresentano più che una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali e il loro impiego sta ottenendo successi insperati fino a pochi anni fa in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica. In questo scenario entusiasmante e in continua e veloce evoluzione, AIL è decisa a restare al fianco dei pazienti e delle famiglie e vuole continuare a promuovere una informazione il più possibile esaustiva e corretta che sia in grado di aiutare i pazienti e gli stessi medici verso le scelte terapeutiche più sicure ed efficaci».
Le CAR-T rappresentano la grande rivoluzione che sta cambiando gli scenari terapeutici nella lotta contro i tumori del sangue, e non solo. Il bilancio di 12 anni di studi è eccezionale e la ricerca va sempre più veloce: in Italia sono 5 le CAR-T approvate, sulle 6 approvate in Europa e con indicazioni in aumento nell’adulto e nel bambino.
In Italia fino ad oggi sono stati trattati tra i 1.500 e i 1.800 pazienti, tanti considerando che la prima somministrazione risale al 2019 e che per un lungo periodo solo un Centro, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è stato autorizzato ad effettuare questi trattamenti. Attualmente sono circa 44 i Centri abilitati sul territorio nazionale. Sta maturando anche l’esperienza nell’utilizzo e nella gestione delle terapie CAR-T e si accumulano evidenze e dati clinici molto incoraggianti nei linfomi grazie all’aumentata esperienza e all’allargamento delle indicazioni.
«Oggi possono beneficiare della terapia CAR-T i pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, con linfoma primitivo del mediastino, con linfoma follicolare e anche con linfoma mantellare, inoltre da circa quindici mesi anche i linfomi a grandi cellule B, che venivano trattati solo nelle ricadute avanzate, possono essere trattati con AAR-T in prima ricaduta – dichiara Paolo Corradini, Direttore Divisione di Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, Cattedra di Ematologia, Università degli Studi di Milano – in questo modo, anticipando molto l’uso delle terapie cellulari, si migliora il risultato diminuendo la tossicità. Oggi possiamo affermare che tra il 45% e il 50% dei pazienti trattati con CAR-T guarisce. A breve partirà uno studio sul Mieloma Multiplo, simile a quello realizzato sui linfomi che ha raccolto più di 1.300 pazienti, il più grande studio mai fatto in Italia per questi tumori, per raccogliere informazioni cliniche e biologiche nel campo del MM; questo studio sarà condotto in collaborazione con il Gruppo GIMEMA e si potrà realizzare solo grazie a un finanziamento quinquennale di AIL nazionale che per la prima volta finanzia uno studio di così grande respiro».
In crescita il numero dei pazienti con linfoma trattati con CAR-T e aumentano l’efficacia e la sicurezza, mentre si riduce la tossicità. Le CAR-T hanno completamente modificato il paradigma terapeutico dei pazienti con linfoma a grandi cellule offrendo una speranza in più per una vita migliore e più lunga.
«L’utilizzo delle terapie cellulari CAR-T anti-CD19 ha assunto un ruolo sempre più importante nei pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B ricaduto o refrattario alle chemioterapie convenzionali – spiega Alice Di Rocco, Professore Associato, Divisione Ematologia, Dipartimento Medicina Traslazionale e di Precisione, “Sapienza” Università di Roma e Dirigente Ematologia, AOU Policlinico Umberto I – la prima indicazione per il trattamento dei linfomi a grandi cellule è quella della terza linea, prima di questa indicazione la prognosi dei pazienti ricaduti o refrattari a due linee di terapia era estremamente sfavorevole per l’assenza di armi terapeutiche valide. Queste terapie hanno rivoluzionato la prognosi di questi pazienti, oggi sappiamo che con le CAR-T si può avere la possibilità di guarire in un 30-40% di pazienti candidati. La seconda indicazione è per i pazienti in seconda linea che sono chemiorefrattari o che recidivano precocemente dopo la prima linea, per questi pazienti la possibilità di utilizzare CAR-T ha dimostrato un vantaggio in termini di ottenimento di risposte complete e durature e in termini di sopravvivenza globale».
Sono attualmente in corso studi per validare l’efficacia delle terapie CAR-T anche per i pazienti con forme meno frequenti di linfoma, come il Linfoma marginale, e sono in corso studi che utilizzano altre cellule del sistema immunitario come i linfociti Natural Killer oppure le cellule T-NK o le CIK.
«Le terapie con cellule CAR-T nei linfomi a cellule B hanno reso possibile la guarigione di molti pazienti altrimenti inguaribili visto che la loro malattia si era dimostrata resistente a tutte le cure disponibili, farmacologiche e anche trapiantologiche – sottolinea Alessandro Rambaldi, Professore Ordinario di Ematologia, Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, Università di Milano e Direttore Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – inoltre, le CAR-T si sono dimostrate non solo più efficaci, ma anche meglio tollerate rispetto al trapianto autologo e soprattutto al trapianto allogenico, considerate le terapie di riferimento quando la malattia si dimostrava resistente alla prima o alla seconda linea di trattamento. Per questa ragione sono stati condotti studi che hanno dimostrato l’utilità di spostare questa opzione terapeutica in una fase più precoce».
I risultati sorprendenti ottenuti nel Mieloma Multiplo riflettono la consistente efficacia della terapia CAR-T, che attraverso l’impiego del sistema immunitario del paziente è in grado di superare i meccanismi di resistenza delle cellule tumorali ai farmaci convenzionali, e sottolineano come essa sia in grado di colmare, anche se non completamente, un insoddisfatto bisogno clinico di pazienti con una prognosi molto sfavorevole.
«L’efficacia della terapia con cellule CAR-T nel mieloma multiplo (MM) è nota da molti anni, ma è stata formalizzata nel 2021 con l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte di FDA ed EMA del primo prodotto cellulare in grado di riconoscere l’antigene BCMA espresso sulla superficie delle cellule mielomatose – dice Michele Cavo, Professore Alma Mater di Ematologia – Alma Mater Studiorum – Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università degli Studi di Bologna, Presidente del Working Party Mieloma Multiplo GIMEMA – noto come ide-cel, che ha ricevuto dall’AIFA la rimborsabilità nel primo semestre 2024 ed è attualmente disponibile per uso clinico nei pazienti con MM ricaduto/refrattario dopo almeno 3 precedenti terapie e con progressione di malattia durante l’ultima linea di terapia antecedente l’infusione delle CAR-T; nel 2022, FDA ed EMA hanno approvato un secondo prodotto cellulare, noto come cita-cel, che ancora non ha ottenuto la rimborsabilità da AIFA. Entrambi questi prodotti cellulari sono stati esplorati in pazienti che avevano esaurito qualsiasi altra alternativa terapeutica, prolungandone la sopravvivenza di 2, sono a 4, volte rispetto a quella attesa in assenza di questa terapia. I dati clinici attualmente a disposizione, seppure non ancora sufficientemente maturi, consentono di offrire ai pazienti affetti da questa malattia un messaggio di concreta speranza e ottimismo».
Le terapie CAR-T si stanno dimostrando importanti anche per un altro tumore del sangue, la leucemia linfoblastica acuta (LLA) nei pazienti recidivanti o refrattari.
«Nel paziente che presenta una ricaduta di malattia la prognosi diventa molto più infausta e le percentuali di sopravvivenza si riducono drammaticamente; negli ultimi anni, si è assistito ad un ulteriore passo in avanti grazie all’introduzione della terapia con cellule CAR-T che colpiscono direttamente la cellula leucemica, grazie al legame con l’antigene CD19 – sottolinea Sabina Chiaretti, Professore Associato di Ematologia, Divisione Ematologia Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione, “Sapienza” Università di Roma – l’impiego delle CAR-T sta diventando sempre più utilizzato nei pazienti recidivanti e si vanno accumulando sempre più dati derivanti sia da protocolli clinici sia da esperienze di real life. Le CAR-T stanno cambiando moltissimo la storia clinica dei pazienti con LLA recidivanti o refrattari anche a molte linee di terapia. I risultati mostrano un netto miglioramento della sopravvivenza libera da eventi in circa il 50% dei pazienti negli studi registrativi con un tempo di sopravvivenza mediana di oltre 40 mesi e i dati di real life sono sovrapponibili: la sopravvivenza globale a 6 mesi si aggira attorno all’80% e la sopravvivenza libera da malattia è del 55% circa».
Enorme l’impegno e il lavoro della sezione AIL di Roma, al servizio della comunità ematologica del territorio dal 1984, vicina concretamente’ con molte centinaia di volontari ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari, sostenendo in particolare i più vulnerabili e da sempre impegnata a sostenere la ricerca scientifica sui tumori del sangue.
«Il supporto alla ricerca costituisce da sempre uno dei principali impegni di AIL Roma – afferma Maria Luisa Viganò, Presidente AIL Roma – L’attività di ricerca clinica è estremamente importante: i nostri laboratori sono strettamente collegati sia al Policlinico Umberto I sia al Gruppo GIMEMA, i diversi progetti sono finanziati da noi, così come i biologi in essi coinvolti sono da noi retribuiti. Attualmente abbiamo in corso studi sulla malattia minima residua nelle patologie ematologiche, un fattore come sappiamo importantissimo; altri studi sono focalizzati sulla qualità della vita dei pazienti che devono tornare a vivere dopo le cure; inoltre, abbiamo finanziato il progetto della crio-banca delle cellule CAR-T. Tantissimi i servizi che offriamo ai pazienti di numerosi ospedali romani e stiamo potenziando l’offerta a cominciare dalla seconda Casa alloggio AIL, aperta di recente. I volontari sono il cuore di tutte le nostre attività, senza il loro aiuto volontario e solidale niente di quello che facciamo si potrebbe realizzare. È nostro desiderio e impegno proseguire sulla strada tracciata dal professor Franco Mandelli, vogliamo diventare sempre più punto di riferimento sul territorio per i pazienti e i loro cari nei diversi Centri ematologici romani».
Le attività dell’edizione 2024-2025 della campagna “CAR-T – Il futuro è già qui” realizzata con il sostegno non condizionante di Bristol Myers Squibb, Gilead Sciences e Johnson&Johnson, prevedono una landing page dedicata all’interno del sito dell’AIL (www.ail.it) con tutte le più importanti informazioni e aggiornamenti relativi alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione.
Dopo Milano e Roma, la campagna approderà a Bologna: gli eventi locali coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari AIL e i media per fare il punto sullo stato dell’arte della terapia CAR-T, le criticità nelle singole Regioni, le novità, le prospettive e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano – CNR Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.











