
(AGENPARL) – Tue 01 April 2025 *Istat, Barbera (Prc): “L’inflazione al 2% è un duro colpo per le famiglie
meno abbienti”*
I dati provvisori diffusi dall’Istat relativi al mese di marzo 2025
evidenziano un aumento dell’inflazione al 2,0%, rispetto all’1,6%
registrato a febbraio. Un incremento progressivo che, su base tendenziale,
si registra dal mese di settembre 2024. Questo incremento è principalmente
attribuibile alla risalita dei prezzi degli energetici non regolamentati,
dei tabacchi e degli alimentari non lavorati. L’incremento dell’inflazione
ha un impatto significativo sul potere d’acquisto delle famiglie italiane,
soprattutto quelle a basso reddito. Secondo l’Istat, nel 2023 il reddito
percepito dalle famiglie più abbienti è stato 5,5 volte quello delle
famiglie più povere, evidenziando un aumento della disuguaglianza rispetto
all’anno precedente. Inoltre, tra il 2021 e il 2023, nonostante un aumento
nominale del reddito delle famiglie dell’11,3%, l’inflazione del 14,2% ha
eroso il potere d’acquisto, causando una perdita reale del 2,4% del reddito
disponibile. Le famiglie a basso reddito sono particolarmente vulnerabili
all’aumento dei prezzi, poiché destinano una quota maggiore del loro
reddito a beni essenziali come alimentari ed energia. Secondo l’Istat, il
quinto di famiglie più povere subisce un’inflazione più alta rispetto alle
restanti famiglie italiane”. *E’ quanto dichiara Giovanni Barbera, membro
della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.*
Di fronte a questa allarmante situazione – *continua ancora Barbera* –
ribadiamo ancora una volta l’urgenza e la necessità di adottare misure
concrete per sostenere le fasce più deboli della popolazione. E’ fondamentale
implementare politiche redistributive efficaci, aumentare i salari minimi,
rafforzare il welfare state e controllare i prezzi dei beni di prima
necessità. Politiche che vanno nella direzione contraria a quelle
perseguite dal governo Meloni. Solo attraverso interventi decisi sarà
possibile contrastare l’impatto negativo dell’inflazione sulle famiglie
meno abbienti e ridurre le disuguaglianze sociali nel nostro Paese, pena
l’ulteriore impoverimento di larghe fasce della popolazione italiana”.