
(AGENPARL) – Fri 28 March 2025 Si laurea in Medicina dopo 4 interventi neurochirurgici.
La storia di Erlis, da paziente a dottoressa, tra l’Ospedale di Circolo e l’Università dell’Insubria.
“Giunta al termine di questo intenso percorso di studi, desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo cammino, reso ancor più significativo dalla particolare esperienza che ho vissuto”.
Scrive così, nella sua tesi di laurea, Erlis Meneri, che mercoledì 26 marzo si è laureata in Medicina e Chirurgia all’Università dell’Insubria.
E in quella “particolare esperienza” che cita, sta una storia straordinaria in cui ha vinto la voglia di vivere e di realizzare un sogno.
Nel 2022 Erlis è una giovane di 28 anni impegnata a costruire il proprio futuro. Parla correntemente tre lingue, studia all’Università. Come sua sorella, vorrebbe diventare medico chirurgo. Sa di essere portatrice di un angioma cavernoso cerebrale, un pericolo costante, la cui asportazione è stata prospettata assai rischiosa, ma la preoccupazione non offusca i suoi sogni.
Un giorno di fine agosto, un’emicrania si presenta più lancinante del solito. Erlis è confusa, perde conoscenza. Giunge all’Ospedale di Circolo accompagnata dalla sorella e la diagnosi è quanto più temono: l’angioma ha sanguinato e potrebbe farlo ancora. Un primo intervento, ad opera dell’équipe di Neurochirurgia, risolve l’emergenza, ma non l’origine del problema. Nel giro di poco, Erlis precipita in coma: le sue condizioni sono estremamente critiche. Viene portata nuovamente in sala operatoria e questa volta si tenta quanto si riteneva ai limiti del possibile: l’asportazione dell’angioma. Le mani esperte del Dottor Antonio Tabano si muovono “con precisione millimetrica e un coraggio incrollabile”, parole della stessa Erlis. L’intervento riesce, ma resta il timore di quanti danni possa aver causato il sanguinamento dell’angioma.
La giovane riapre gli occhi in Neurorianimazione dopo alcuni giorni: non ricorda dove si trova, né perché. Il lato sinistro del corpo sembra ancora addormentato, i pensieri sono confusi e faticano a trasformarsi in parole. Erlis si sforza di comunicare, l’italiano sembra svanito, le prime frasi stentate sono in inglese. Le giornate in terapia intensiva sono lunghe, scandite da esami e farmaci, dalla logopedia e dalla fisioterapia. Il miglioramento c’è, lento sì, ma costante. Anche l’esperienza di questi giorni si sedimenta in lei, ed Erlis saprà darle valore.
Bisogna attendere metà settembre perché possa lasciare la Neurorianimazione, salutando tutti con un sorriso. Il cammino è ancora lungo, ma il peggio è passato. Seguono altri due interventi neurochirurgici, l’ultimo a maggio 2024, per buttarsi finalmente alle spalle questa sua “particolare esperienza” e iniziare la volata finale verso la tesi, accompagnata dal suo tutor, il Prof. Luca Cabrini, Direttore del Dipartimento di Neuroemergenze e di quel reparto di rianimazione in cui è stata degente.
Arriva il giorno, Erlis discute la tesi in italiano: Strategie di Comunicazione del paziente in Terapia Intensiva. Dall’Approccio Low Tech alle Nuove Tecnologie – Una Revisione Sistematica. Il Prof. Cabrini si dice orgoglioso della sua studentessa, Erlis trattiene le lacrime, la sua famiglia no: è un abbraccio liberatorio, è pura felicità.