
(AGENPARL) – Thu 20 March 2025 Cia: l’Italia bocci l’ipotesi di un Fondo unico per la Pac
Dopo la X Conferenza Economica nuovo pressing della Cia-Agricoltori per
dire no all’ipotesi di un Fondo unico nazionale per il finanziamento delle
politiche della Pac, che rischierebbe di comprometterne il funzionamento in
una fase complicata come quella attuale. Il presidente di Cia-Agricoltori,
Cristiano Fini, si rivolge in una lettera alla premier Giorgia Meloni, al
ministro Francesco Lollobrigida e al vicepresidente della Commissione Ue
Raffaele Fitto, in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo.
In Basilicata nel 2023 – il primo anno del quinquennio Pac in corso – le
aziende agricole hanno ricevuto in media 3.770 euro di contributi Pac
contro i 7.810 euro ad azienda della Lombardia, i 6.620 euro del Piemonte,
i 6.320 euro della Sardegna. Secondo i dati dell’Agea le aziende con oltre
100 ettari rappresentavano il 2% delle imprese agricole italiane che hanno
fatto domanda e hanno ricevuto il 23% dei fondi Ue a disposizione. Al
contrario, le aziende con un’estensione inferiore ai 10 ettari
rappresentano il 69% delle imprese agricole italiane ma hanno ricevuto solo
il 23% dei finanziamenti comunitari. Di qui la proposta della
Cia-Agricoltori: «occorre introdurre un tetto massimo ai contributi per le
aziende di grandi dimensioni, per evitare la concentrazione delle risorse
su pochi beneficiari».
“In un’epoca di instabilità geopolitica, incertezza economica e crescenti
sfide sociali, un settore agricolo forte e resiliente non è solo
strategico, è indispensabile”, scrive Fini, ecco perché “siamo
profondamente preoccupati per le recenti discussioni sulla riallocazione
dei finanziamenti dell’Ue in un Fondo unico nell’ambito della Politica
agricola comune”. Questo cambiamento, continua il presidente di Cia,
“rappresenterebbe una modifica fondamentale della governance del prossimo
Quadro finanziario pluriennale (QFP) con il rischio di minare il
funzionamento della Pac”. Ma “indebolire la Politica agricola comune
recherebbe conseguenze di vasta portata sulla produzione alimentare,
sull’occupazione dei territori rurali e sulla stabilità generale del nostro
settore agricolo”.
Di pari passo, aggiunge Fini nella lettera alla premier Meloni, “date le
attuali tensioni geopolitiche e le pressioni inflazionistiche, esortiamo la
Commissione a includere nel QFP un meccanismo automatico che consenta di
adeguare in tempo reale le dotazioni finanziarie in base ai tassi di
inflazione effettivamente osservati anziché a quelli previsti”.
Consapevoli della responsabilità e della sensibilità del governo sul
settore, il presidente di Cia chiede, dunque, “di dare effettivamente
priorità all’agricoltura come pilastro fondamentale del futuro dell’Europa”.
La Basilicata è particolarmente penalizzata – sottolinea l’Ufficio di
Presidenza Cia Potenza-Matera che alla X Conferenza Economica ha portato il
contributo di dati e proposte. Dall’analisi di Cia, su dati Agea, emerge
infatti che le aziende agricole situate in zone montane rappresentano il
40,39% del totale e ricevono il 39,61% dei premi Pac, con un contributo
medio di 3.742,80 euro per impresa. Al contrario, le aziende non montane
costituiscono il 59,61% e ricevono il 60,39% dei premi, con una media
leggermente superiore, pari a 3.866,38 euro. Una distribuzione che sembra
equa, ma non lo è, perché -secondo Cia Potenza-Matera – non tiene conto,
appunto, del fatto che una parte considerevole dei fondi, milioni di euro,
va nelle mani di pochissimi con superfici molto estese e capitali già
consolidati, lasciando alla maggior parte delle piccole e medie imprese
contributi molto più bassi.