
(AGENPARL) – Thu 20 March 2025 (ACON) Trieste, 20 mar – “Il segretario regionale del Sap
(sindacato autonomo di polizia), Lorenzo Tamaro, ha giudicato
‘gravi e inadeguate’ le parole che ho pronunciato nel corso
dell’illustrazione della relazione di minoranza della Pdl n.3 sul
divieto di circolare a volto scoperto, quando ho precisato che
l’articolato legislativo che norma la riconoscibilit? e
l’identificazione, contempla svariate situazioni. Dal momento che
lo scopo della norma sottoposta al Consiglio regionale riguarda
le donne che si trovano in luoghi pubblici con il volto celato,
ho inteso ricordare che sussistono altre condizioni per cui le
persone non sono riconoscibili e che fanno parte della nostra
societ? come gli ultras, con i loro passamontagna, le baby gang
formate da coloro che si coprono il volto con le sciarpe, e per
contro, anche le forze dell’ordine dotate di casco e prive del
codice identificativo oppure le persone con mascherina: ovvero,
nessun paragone tra le varie fattispecie.”
Esordisce cos? in una nota la consigliera regionale Serena
Pellegrino di Alleanza Verdi e Sinistra, commentando le
dichiarazioni a mezzo stampa di Tamaro.
“Nel mio intervento – specifica Pellegrino – ho parlato di
problemi di identificazione che oggettivamente sussistono nei
casi citati, e ovviamente in molti altri. Invece di essere
attaccata, mi sarei aspettata da Tamaro un sostegno a favore di
tutti coloro che, onestamente e in modo trasparente, indossano
quelle importanti divise su cui tutte e tutti noi contiamo
quotidianamente per la nostra difesa e sicurezza”.
“Ma evidentemente – incalza l’esponente regionale – Tamaro
dimentica, o forse vuole ignorare strumentalmente, che ? molto
vivo e acceso il dibattito pubblico sulla questione
dell’impossibilit? di identificare gli operatori delle forze
pubbliche che commettono ingiustificati abusi e reati, mettendosi
fuori da qualsiasi criterio di adeguatezza nell’adempiere il loro
dovere d’ufficio di mantenere la sicurezza pubblica, bene
tutelato esattamente come l’incolumit? fisica e la vita stessa
delle persone”.
“Le sentenze della magistratura italiana e della Corte penale
europea, cos? come le cronache giudiziarie e politiche –
evidenzia la consigliera di Avs -, riportano, purtroppo di
frequente, che prima le indagini e poi i processi per violenze e
pestaggi attribuiti alle forze dell’ordine, si sono conclusi
senza poter sanzionare penalmente coloro che hanno agito fuori
dalle regole, per l’impossibilit? di accertare l’identit? degli
accusati. Sicurezza contro i diritti fondamentali: come ho detto
in Aula consiliare, questo rimane un dilemma democratico
irrisolto”.
“Troppe volte abusi e reati, commessi da alcuni esponenti delle
forze dell’ordine – afferma Pellegrino -, sono rimasti impuniti
senza che le vittime ottenessero giustizia, la conseguenza
immediata ? stata l’ingiusto stigma proprio a carico delle forze
pubbliche, nella loro interezza. Lo dice Tamaro stesso: troppe
volte l’operatore di polizia ? accusato ingiustamente di cattivi
comportamenti. ? proprio da questa dannosissima generalizzazione
che si deve uscire e questo non significa certo essere allergici
alle divise, significa pretendere legalit? ed escludere, tanto
per i cittadini quanto per i corpi di polizia, aree di immunit?”.
“Pretendiamo giustamente che le donne con il velo si facciano
riconoscere: questo non deve forse valere per tutti? Ma –
sottolinea l’esponente di Opposizione – se Tamaro ritiene che il
cittadino, l’operaio, lo studente, magari minorenne, non ha
diritto di sapere chi, in una carica della polizia, li ha mandati
all’ospedale, abbiamo un problema serio di calibratura del
rapporto tra autorit? e libert?, tra doveri d’ufficio e
intangibilit? del nucleo essenziale di diritti fondamentali, tra
scopi dell’azione di polizia e adeguatezza e proporzionalit? dei
mezzi e dei metodi con i quali tali scopi vengono perseguiti”.
“Reputo quella del segretario del sap – dichiara ancora
Pellegrino – una elementare strumentalizzazione, che tocca
probabilmente un nervo scoperto del nostro sistema di disciplina
dell’uso della forza pubblica, visto che l’Italia, a differenza
di altri Paesi, non ha mai accolto la raccomandazione 192 della
risoluzione sulla situazione dei diritti fondamentali dell’Unione
europea, approvata dal Parlamento europeo nel 2012, con la quale
gli Stati membri sono stati sollecitati a garantire che il
personale di polizia porti un numero identificativo per tutelare
i cittadini dall’uso della forza sproporzionata da parte delle
forze dell’ordine, ma anche per tutelare tutti coloro che portano
la divisa senza abusare della stessa. Ricordo che il numero
identificativo ? stato oggetto, pochi anni fa, di un appello
anche di Amnesty International. Peraltro il secreto Sicurezza
dello scorso anno ha autorizzato la dotazione delle body cam per
le forze di Polizia.”
“Invito, infine, Tamaro – ? l’ulteriore sollecitazione di
Pellegrino – a leggere i contenuti degli emendamenti che ho
presentato alla Pdl in Commissione e in Consiglio sul divieto del
velo: perch? ho espressamente riconosciuto il ruolo delle forze
dell’ordine nella tutela della sicurezza pubblica, precisando che
sono proprio gli organi pubblici preposti che effettuano le
operazioni di riconoscimento e identificazione delle persone,
quelle per l’appunto impedite dall’uso di caschi o indumento o
accessorio atto a occultare le fattezze del volto”.
“Sono cos? certa che occuparsi di pubblica sicurezza sia un
lavoro delicato, difficile e gravoso che ho anche chiesto
protocolli operativi specifici per assicurare che i controlli
siano effettuati nel rispetto delle libert? individuali, della
dignit? della persona e del principio di non discriminazione. Ma
nemmeno uno di questi emendamenti, che nobilitano il ruolo degli
operatori di polizia, ? stato accettato. Mi piacerebbe che il
segretario Tamaro – conclude Pellegrino – si chiedesse perch?
questi emendamenti non sono stati approvati da coloro che si sono
sollevati contro il mio banale elenco di coloro che operano a
volto coperto”.
ACON/COM/sm
201141 MAR 25