
(AGENPARL) – dom 16 febbraio 2025 **Celebrati a Empoli gli 80 anni della partenza dei Volontari della
Libertà**
/Scritto da Tiziano Carradori, sabato 15 febbraio 2025 alle 20:32/
Esattamente ottanta anni fa dalla Piazza del Popolo di Empoli ben 530
ragazzi che abitavano nella zona andarono a combattere per la liberazione
del resto d’Italia, diventando membri del Corpo volontari per la Libertà e
lottando sugli Appennini tra Toscana ed Emilia Romagna. Empoli era già
stata liberata il 2 settembre dell’anno precedente, ma il pensiero di
un’Italia ancora dominata dai nazifascisti rinsaldava la volontà di essere
partecipi di una nuova pagina della storia del Paese.
Le istituzioni, come accade ogni cinque anni, hanno voluto ricordare oggi
quell’avvenimento, con una commemorazione di carattere regionale della
partenza dei volontari della libertà, non soltanto da Empoli, ma da ogni
parte della Toscana. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha inviato
al sindaco di Empoli un suo messaggio. Eccone il testo:
“Una giornata per ricordare la generosità di molti abitanti
dell’empolese che parteciparono alla guerra di liberazione. Il loro fu un
gesto di grande generosità e di altruismo verso altri italiani e per aver
contribuito, con la guerra di liberazione e la Resistenza, a gettare le
basi per la rinascita democratica dell’Italia, per l’affermarsi della
Repubblica e l’approvazione della sua Carta costituzionale. Con questa
quinquennale cerimonia a carattere regionale intendiamo quindi rendere
omaggio e ringraziare ciascuno dei 530 empolesi che partirono per
contribuire a sconfiggere le dittature e a liberare l’Italia, ma anche, e
uno per uno, tutti i partigiani che parteciparono alla guerra di
liberazione e, tra loro, i quasi 42.500 toscani. Il nostro grazie, a
ottanta anni di distanza, risuona ancora oggi alto e forte, segno della
nostra eterna riconoscenza, ammirazione e gratitudine”.
Da parte sua il sindaco di Empoli, ha detto: “Ringrazio tutti i presenti
per questo grande appuntamento che ho l’onore di introdurre. Realizzare la
cultura della memoria è fare quello che stiamo facendo oggi, rendere
omaggio a chi ha scritto la storia e ha contribuito a costruire la
democrazia in Italia. Di testimoni diretti a Empoli non ne abbiamo più, di
quei 530 che oggi omaggiamo, ma hanno un posto speciale nella mia coscienza
e nella vita di Empoli. Queste persone hanno scelto il sacrificio per un
bene che non era il loro, visto che Empoli era stata già liberata. Hanno
scelto il bene dell’Italia ancora sotto la morsa degli invasori e dei
repubblichini. Dopo venti anni di regime fascista avrebbero potuto dire
basta e invece hanno scelto di concludere l’impresa assieme a molti altri.
Il nostro omaggio è doveroso, sperando di non dover ripetere gesti del
genere, nonostante i venti di guerra e di intolleranza che soffiano sempre
più vicini all’Europa”.