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(AGENPARL) – sab 15 febbraio 2025 Il Presidente del Consiglio Paccher al “Treno per la Memoria”: un viaggio ad Auschwitz e Birkenau con gli studenti del Trentino e del Tirolo
Il Presidente del Consiglio Regionale Paccher si è unito ai giovani del Trentino Alto Adige e del Tirolo aderenti al progetto Promemoria Auschwitz per visitare i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, in Polonia. L’iniziativa, giunta alla sua ventesima edizione, rappresenta un momento centrale nel percorso educativo dedicato alla trasmissione della memoria storica della Shoah e alla riflessione sulle tragedie del Novecento.
il Presidente Paccher ha sottolineato l’importanza del viaggio: «Ricordare non è un atto rituale, ma un dovere civile. Auschwitz e Birkenau sono simboli indelebili del male assoluto, luoghi che ci interrogano sul come l’umanità abbia potuto concepire l’inimmaginabile. Portare qui i giovani della nostra Regione significa affidare loro il compito di custodire la verità, affinché l’indifferenza non torni a velare le coscienze».
Paccher ha poi aggiunto: «La memoria non è solo un monito contro l’antisemitismo, il razzismo e ogni forma di discriminazione. È una bussola per il presente. Oggi, di fronte ai rigurgiti di odio, ai conflitti etnici, visitare questi luoghi ci ricorda che la democrazia va difesa ogni giorno. Gli studenti altoatesini e trentini non sono semplici spettatori: sono testimoni. E saranno loro, domani, a costruire una società più giusta».
Il viaggio, della durata di tre giorni, prevede non solo la visita ai campi, ma anche momenti di confronto con sopravvissuti, storici e rappresentanti delle comunità ebraiche. L’associazione *Un Treno per la Memoria*, attiva dal 2003, coinvolge ogni anno centinaia di scuole in progetti didattici interdisciplinari, con l’obiettivo di trasformare la memoria in impegno attivo.
«Camminare lungo i binari di Birkenau, osservare le baracche, gli oggetti personali delle vittime – ha concluso Paccher – è un’esperienza che segna l’anima. Ma è proprio questo il valore della memoria: non permettere che il dolore si trasformi in rassegnazione, ma in energia per contrastare ogni ingiustizia». (nella foto Paccher durante la visita)