
All’interno della Massoneria hanno storicamente funzionato meccanismi interni di autoregolamentazione e correzione, analoghi alla risposta immunitaria del corpo umano e a processi correttivi simili in altre istituzioni. Agenparl pubblica oggi due documenti inediti che gettano luce sulle controversie interne alla Massoneria italiana durante gli anni ’70 e ’80. Questa pubblicazione senza precedenti sottolinea l’impegno di Agenparl per la trasparenza e la responsabilità, offrendo al pubblico un’opportunità unica di esaminare e riflettere su questi documenti. I documenti, dettagliati di seguito, forniscono spunti di riflessione e offrono nuove preziose intuizioni sulla Massoneria e per la prima volta, Agenparl rende disponibile una raccolta documentale relativi a quegli anni. Questi documenti, che abbracciano gli anni ’70 e ‘80, offrono una nuova prospettiva cruciale su un momento cruciale e storico dell’Italia. La loro pubblicazione promette di rimodellare la nostra comprensione di eventi che hanno caratterizzato quegli anni, sfidando le narrazioni esistenti e aprendo nuove strade per la ricerca e l’analisi. Questo articolo esamina due documenti offrono uno sguardo crudo alle lotte e alle controversie interne alla Massoneria italiana durante gli anni ’70 e ’80. Il primo, un rapporto morale del 1973 del Grande Oratore Ermenegildo Benedetti, rivela preoccupazioni radicate sulla direzione dell’organizzazione. Il secondo, un’accusa formale del 1980 (“Tavola d’accusa”) contro Licio Gelli e Lino Salvini, evidenzia casi specifici di presunta cattiva condotta che apparentemente convalidano i precedenti avvertimenti di Benedetti.
Il rapporto di Benedetti del 1973 dipinge un quadro di un’organizzazione in crisi. Egli lamenta un declino del rigore morale, notando un aumento di fazioni, sospetti e l’uso di tattiche politiche all’interno delle logge. Critica l’adozione di “principi fondamentali” imposti dalla Gran Loggia d’Inghilterra, vedendoli come un tradimento degli ideali massonici tradizionali di laicità e libera ricerca. Mette in guardia contro la crescente influenza delle ideologie politiche, esprimendo preoccupazione per il fatto che l’organizzazione stia perdendo la sua neutralità e indipendenza. Queste critiche prefigurano le accuse mosse a Gelli e Salvini sette anni dopo.
L’accusa del 1980 contro Gelli e Salvini si concentra sul loro coinvolgimento con la Loggia P2, un’organizzazione privata falsamente presentata al pubblico come una loggia massonica legittima. Le accuse sono gravi e sostengono: la creazione e la gestione non autorizzate della Loggia P2; l’emissione di tessere di iscrizione fraudolente; il reclutamento di membri tramite tattiche ingannevoli; e la diffusione di informazioni fuorvianti sulla Massoneria alla stampa. Queste azioni sono presentate come violazioni dei principi massonici e una significativa violazione della fiducia. Le accuse evidenziano esattamente il tipo di manovra politica e di disprezzo per le tradizioni massoniche di cui Benedetti aveva messo in guardia nel suo rapporto del 1973.
Presi insieme, questi documenti forniscono una narrazione avvincente di conflitto interno e crisi all’interno della Massoneria italiana. Gli avvertimenti lungimiranti di Benedetti sul declino degli standard etici e l’interferenza politica trovano una conferma inquietante nelle accuse contro Gelli e Salvini. I documenti evidenziano la fragilità dell’integrità organizzativa di fronte sia alle divisioni interne che alle pressioni esterne. Servono come un racconto ammonitore, sottolineando l’importanza di aderire ai valori fondamentali e salvaguardare l’indipendenza delle istituzioni per mantenere la loro legittimità e il loro scopo. Ulteriori ricerche sul contesto storico della Loggia P2 e sulle azioni di Gelli e Salvini offrirebbero ulteriore profondità a questa analisi.