
(AGENPARL) – gio 30 gennaio 2025 Venerdì 31 gennaio doppia inaugurazione alla presenza del presidente
dell’Ars Gaetano Galvagno: alle 9,45 dell’installazione artistica (con l’iniziativa
“Inceramichiamo le strade delle ceramica siciliana”) nella storica
via Volta Libertini; alle 11, nel plesso scolastico ex Onmi, dell’opera murale
in memoria del piccolo Giuseppe Aiello, vittima di mafia
Doppia inaugurazione, venerdì 31 gennaio, alla presenza del presidente dell’Assemblea
regionale siciliana e della Fondazione “Federico II”, Gaetano Galvagno.
Il primo appuntamento è fissato per le 9,45, nella storica via Volta Libertini, per il battesimo
dell’installazione artistica “Il suono giallo della campana”, dell’architetto Giuliano Fukuda in
collaborazione con Abadir, accademia di design e comunicazione visiva. Manufatti ceramici
realizzati d’intesa con l’ACC (Associazione Ceramisti di Caltagirone) con la collaborazione delle
ditte Madeamano, Lbc e Ninefifty; progetto illuminotecnico a cura di Az Luce srl.
L’installazione, come sottolineato dal sindaco Fabio Roccuzzo, presidente dell’ente gestore
Città tardo barocche del Val di Noto, e dall’assessore alle Attività ceramiche e culturali e al
patrimonio Unesco Claudio Lo Monaco, che è pure vicepresidente dell’Associazione italiana città
della ceramica, è stata realizzata nell’ambito del bando dell’assessorato regionale delle Attività
produttive “Sicilia che piace 2024”, cui quattro città della ceramica siciliane – con Caltagirone,
anche Monreale, Santo Stefano di Camastra e Sciacca – hanno partecipato con l’iniziativa
“Inceramichiamo le strade della ceramica siciliana”. La nuova illuminazione della via Volta
Libertini sarà invece inaugurata alle 17.
Secondo appuntamento alle 11, presso la scuola elementare Ex Onmi, in via Madonna della
Via 5, per il vernissage dell’opera murale “Nessuna Colpa”, dell’artista Ligama, realizzata su
iniziativa della Fondazione Federico II e dedicata alla memoria del piccolo Giuseppe Aiello, un
bambino di 12 anni di Caltagirone che, nel tempo libero dalla scuola, per aiutare la famiglia, andava
a lavorare in campagna da un pastore con precedenti penali per abigeato. In un agguato, il 10
ottobre 1990, il pastore fu ucciso da due sicari e analoga sorte toccò a Giuseppe, “reo” di avere
assistito all’esecuzione e oggi vittima di mafia da non dimenticare.