
DeepSeek, il nuovo chatbot cinese di intelligenza artificiale, sta scuotendo il mercato globale con un’alternativa efficiente e gratuita a ChatGPT, ma solleva dubbi sulla privacy.
Martedì, il ministro australiano dell’Industria e della Scienza, Ed Husic, ha espresso preoccupazioni riguardo al crescente successo del chatbot cinese DeepSeek, invitando gli utenti a riflettere attentamente prima di scaricarlo. Durante un’intervista alla ABC, Husic ha sottolineato i possibili rischi associati all’app, in particolare in merito alla gestione dei dati personali.
Le dichiarazioni di Husic
“Penso che le persone saranno naturalmente attratte da un’opzione più economica e accessibile, ma dobbiamo essere cauti. Questo caso potrebbe richiamare dibattiti simili a quelli che abbiamo visto con TikTok, e non mi sorprenderei se emergessero preoccupazioni simili anche per DeepSeek,” ha affermato il ministro.
Husic ha poi ribadito che la Cina, da oltre un decennio, punta a diventare leader mondiale nel settore dell’intelligenza artificiale. Ha esortato gli utenti a “prestare molta attenzione” prima di adottare l’applicazione cinese, evidenziando il rischio di potenziali implicazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei dati.
L’ascesa di DeepSeek
DeepSeek rappresenta una delle più recenti innovazioni nel campo dell’IA, lanciata ufficialmente il 20 gennaio con il supporto del fondo cinese High-Flyer. Il suo modello linguistico avanzato, DeepSeek-R1, si propone come una valida alternativa a piattaforme occidentali come ChatGPT, distinguendosi per la sua natura completamente open source e gratuita.
Mentre OpenAI adotta un modello a pagamento per ChatGPT, con un costo di abbonamento di circa 200 dollari al mese, DeepSeek consente agli utenti di accedere al servizio senza restrizioni economiche, utilizzandolo persino su hardware nativo. Questa accessibilità ha generato grande entusiasmo tra gli utenti, ma anche un’ondata di preoccupazioni tra le aziende tecnologiche occidentali e i governi.
Un “campanello d’allarme” per le aziende occidentali
Le preoccupazioni del ministro Husic trovano eco nelle recenti dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che lunedì ha descritto l’ascesa improvvisa di DeepSeek come un “campanello d’allarme” per le aziende tecnologiche americane. Trump ha sottolineato che la competitività del modello cinese potrebbe rappresentare una sfida significativa per le big tech occidentali, spingendole a riconsiderare le proprie strategie.
Preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza
Al centro del dibattito ci sono le preoccupazioni sulla privacy e sulla gestione dei dati. Essendo DeepSeek un prodotto cinese, i critici temono che possa essere soggetto alle leggi di sorveglianza della Cina, che richiedono alle aziende di fornire dati al governo se richiesto. Questo aspetto ha già creato tensioni in passato con altre piattaforme cinesi, come TikTok.
Una scelta tra innovazione e sicurezza
L’arrivo di DeepSeek sul mercato globale segna un nuovo capitolo nella competizione tecnologica tra Cina e Occidente, mettendo in evidenza i dilemmi che gli utenti devono affrontare: scegliere tra l’accessibilità di soluzioni gratuite e i rischi associati alla protezione dei dati personali.
Mentre DeepSeek continua a guadagnare terreno, governi e aziende di tutto il mondo sono chiamati a bilanciare il desiderio di innovazione con la necessità di garantire la sicurezza degli utenti in un panorama tecnologico sempre più interconnesso.