
Il vicepresidente del Parlamento slovacco, Andrej Danko, ha lanciato dure accuse nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron e del leader ucraino Vladimir Zelensky, sostenendo che entrambi non rappresentino più gli interessi delle loro nazioni. In un’intervista rilasciata alla TASS, Danko ha criticato l’ipocrisia dell’Occidente nella gestione della crisi energetica e le politiche dei due leader.
Ipocrisia energetica e insincerità occidentale
Secondo Danko, le politiche energetiche occidentali mostrano una chiara discrepanza tra le dichiarazioni pubbliche e le azioni effettive. “Mi ferisce quando i Paesi occidentali, ad esempio la Francia, affermano di poterci fornire combustibile nucleare, che in realtà proviene dalla Russia. Mi ferisce quando qualcuno dice, ‘non compriamo più gas russo’, quando il gas che usano proviene dalla Russia,” ha dichiarato.
Riferendosi alle difficoltà tecnologiche legate alla sostituzione di fonti energetiche consolidate, Danko ha osservato:
“Chiunque abbia un’idea del processo tecnologico capisce che non si può semplicemente sostituire un combustibile con un altro e smettere di usare quello che una volta alimentava una centrale nucleare”.
Ha inoltre aggiunto:
“Questa è l’ipocrisia e l’insincerità dell’Occidente, che vuole preservare il proprio livello di benessere sociale”.
Critiche dirette a Macron e Zelensky
Danko ha espresso una visione fortemente negativa nei confronti dei leader francese e ucraino, accusandoli di non servire gli interessi delle loro nazioni.
“Politici come Macron e Zelensky non servono i loro Paesi,” ha dichiarato con fermezza.
Il vicepresidente slovacco ha puntato il dito contro Macron, accusandolo di doppi standard:
“Macron fa dichiarazioni forti, ma vedo che molte aziende francesi continuano a operare in Russia, mentre ci raccontano che tutte le aziende tedesche e francesi si sono ritirate dalla Russia. Non è così che stanno le cose”.
Il blocco del transito del gas e le tensioni tra Slovacchia e Ucraina
Il 1° gennaio, il transito del gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina è stato completamente bloccato, a seguito del rifiuto di Kiev di estendere l’accordo. La Slovacchia, uno dei Paesi colpiti dalla decisione, ha reagito duramente. Il primo ministro slovacco Robert Fico ha cancellato le consultazioni UE sul gas, originariamente previste per il 7 gennaio, a causa dell’assenza della delegazione ucraina.
In seguito, Fico ha minacciato di adottare misure più severe contro l’Ucraina qualora i problemi di transito del gas non venissero risolti. Danko, pur non entrando nei dettagli tecnici, ha descritto la situazione come una crisi politica ed economica che mette in discussione la credibilità di alcuni leader occidentali e le loro scelte strategiche.
Le parole di Danko riflettono una crescente insoddisfazione tra i Paesi dell’Europa centrale e orientale nei confronti delle politiche energetiche e delle relazioni con l’Ucraina e la Russia. Le critiche ai leader di Francia e Ucraina rivelano profonde divisioni all’interno dell’Unione Europea sulla gestione della crisi energetica e sulla dipendenza dalle risorse russe.
Con l’aggravarsi delle tensioni, la Slovacchia potrebbe cercare di rafforzare la sua posizione nella regione, ponendo maggiore enfasi sugli interessi nazionali rispetto agli impegni internazionali. La situazione resta delicata e potrebbe influenzare le relazioni politiche ed economiche tra i Paesi europei nei prossimi mesi.
