Massoneria: Lettera aperta a Stefano Bisi del Grande Oriente d’Italia
Egregio sig. Stefano Bisi,
Scrivo queste righe come cittadino, giornalista e attento osservatore, mosso dalla volontà di comprendere e riflettere sul ruolo odierno del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani che si permette di ‘attaccare’ la stampa, mentre è un’istituzione che da sempre ha rappresentato un faro di valori morali, patriottismo e impegno civile nella storia del nostro Paese.
La Massoneria del Grande Oriente, fondata nel 1805, è stata testimone e protagonista di pagine decisive della storia d’Italia. Fin dalla sua rinascita nel 1859, ha incarnato l’ideale della fratellanza universale e del solidarismo umanitario, contribuendo in maniera determinante alla costruzione dello Stato unitario. Il patriottismo, profondamente intrecciato con i principi massonici, ha spinto figure di spicco del Risorgimento a vedere nel Grande Oriente un luogo di incontro tra valori morali e impegno politico.
Non sorprende, dunque, che uomini come Cavour abbiano goduto della stima e dell’ammirazione delle prime logge, e che tanti altri protagonisti del Risorgimento abbiano scelto di aderire alla Massoneria, riconoscendo in essa un alleato prezioso nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia. Questo glorioso passato è stato celebrato e studiato, non da ultimo nell’anno del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, quando è stata gettata nuova luce sul contributo decisivo offerto dalla Libera Muratoria al Risorgimento e alla nascita del nostro Stato moderno.
Alla luce di questa eredità, però, sorgono domande profonde e sincere: cosa è rimasto oggi di quel passato glorioso? Come può il Grande Oriente d’Italia, nella sua forma attuale, rivendicare la stessa altezza morale e lo stesso impegno civile che l’hanno reso protagonista di quelle stagioni eroiche?
Le recenti vicende riportate da diverse fonti giornalistiche, tra cui Agenparl.eu, suscitano preoccupazione. Le polemiche che coinvolgono l’istituzione, la mancata calendarizzazione dell’audizione in Commissione Antimafia, e gli episodi di sospensione e depennamento di membri di rilievo, gettano ombre che rischiano di appannare un’eredità secolare. In un contesto simile, è legittimo interrogarsi sul rischio che comportamenti e atteggiamenti non in linea con i principi fondanti del Grande Oriente possano minarne la credibilità e la missione.
Il Grande Oriente d’Italia non è soltanto un’istituzione storica, ma un baluardo di valori universali che travalicano il tempo. Sarebbe un peccato imperdonabile vedere gettato alle ortiche questo patrimonio morale e culturale a causa di vicende e comportamenti che tradiscono la sua essenza più profonda. Chiunque abbia contribuito a queste ombre – e mi rivolgo a tutti coloro che hanno assunto ruoli di responsabilità – dovrebbe considerare con serietà l’ipotesi di rimettere il proprio mandato, per il bene dell’istituzione e dei suoi ideali.
Gran Maestro, il nostro Paese ha ancora bisogno di una Massoneria forte, libera e consapevole del suo ruolo storico e sociale. Ha bisogno di un Grande Oriente capace di incarnare i principi di fratellanza, solidarietà e patriottismo che l’hanno reso grande. Questo richiede trasparenza, responsabilità e un impegno rinnovato verso l’elevazione morale e spirituale dell’uomo, come la vostra stessa missione recita.
Con la speranza che queste riflessioni possano stimolare un dialogo costruttivo, porgo a Lei e a tutti i Fratelli del Grande Oriente d’Italia i miei più sinceri auguri di un Buon Natale, con l’auspicio che il 2024 sia un anno di rinnovamento e riscatto per la vostra gloriosa istituzione.
Tanto Le dovevo.
Con immutata stima, rispetto e fiducia nelle sue prossime dimissioni.
Massoneria: Lettera aperta a Stefano Bisi del Grande Oriente d’Italia – Camilloni
Luigi Camilloni
Direttore responsabile Agenparl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica, economica e sociale.