(AGENPARL) – gio 12 dicembre 2024 (ACON) Trieste, 12 dic – “? incredibile che l’assessore
regionale alla Difesa dell’ambiente possa respingere con un ‘No’
senza ulteriori spiegazioni l’emendamento alla legge di Stabilit?
con cui ho tentato di dare una diversa gestione al flusso di
denaro pubblico, ormai arrivato con questa finanziaria ad oltre
14 milioni di euro, consegnato al Consorzio di bonifica della
Venezia Giulia per i lavori sul fiume Isonzo, sulla carta
necessari a risolvere gli scompensi delle portate causati dalla
centrale idroelettrica in Slovenia, subito oltre i confine di
Stato. Ma questa carta non assomiglia per niente ad un progetto
su cui il pubblico e i Comuni possano esprimersi, ancor pi?
precisamente non ? un progetto di fattibilit? tecnico economica
cos? come richiede il codice degli appalti, sostituito finora da
una semplice relazione illustrativa accompagnata da un quadro
economico. Siamo tutti consapevoli che le criticit? ecologiche
dell’Isonzo vanno affrontate per le esigenze dell’agricoltura, ma
non solo per quelle: vorremmo avere piena consapevolezza
dell’adeguatezza delle scelte progettuali rispetto la
conservazione e il miglioramento degli ecosistemi del fiume, il
ripristino della biodiversit? attraverso infrastrutture verdi, la
creazione di nuovi servizi ecosistemici. L’assessore Scoccimarro
dice semplicemente no”.
Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Serena
Pellegrino di Alleanza Verdi e Sinistra dichiarandosi “interdetta
dal fatto che, sulla questione della mancanza di progetti,
condivisi e discussi con il territorio relativamente agli
interventi sul fiume Isonzo, le Opposizioni consiliari non
abbiano appoggiato quanto proposto con l’emendamento e che si
siano astenute, o peggio ancora abbiano votato contro”.
“Questo lascia perplessi – chiarisce Pellegrino – soprattutto
pensando ai Consiglieri che provengono o sono comunque radicati
nell’area direttamente interessata dalle ulteriori
antropizzazioni dell’Isonzo, dal momento che in I Commissione
integrata lo stesso emendamento era stato sostenuto con voto
favorevole”.
“Da parte nostra – prosegue la consigliera di Avs – non c’?
alcuna pregiudiziale nei confronti del Consorzio di bonifica ma
pare assolutamente imprudente, anche sul piano del diritto
nazionale ed eurounitario, che ad un ente economico come il
Consorzio di bonifica della Venezia Giulia, che risponde ai suoi
associati, cio? ad imprenditori agricoli, si attribuiscano con la
formula della delegazione amministrativa competenze e ingenti
risorse per opere sull’Isonzo che richiedono l’adempimento del
dettato degli articoli 9 e 41 della Costituzione, norme che
impongono di tutelare ‘l’ambiente, la biodiversit? e gli
ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’ e
stabiliscono che l’attivit? economica pubblica e privata deve
essere indirizzata e coordinata anche ai fini ambientali. Ricordo
che nella terribile siccit? del 2022 l’Isonzo si ? prosciugato, a
danno dell’ecosistema fluviale, ma i canali irrigui no”.
“In aggiunta, l’Isonzo ? direttamente coinvolto nell’applicazione
della Direttiva europea sulla gestione transfrontaliera dei fiumi
internazionali – ricorda Pellegrino -, questione da risolvere tra
i Governi nazionali, e sarebbe il caso che il ministeri italiani
all’Ambiente e agli Affari esteri fossero sollecitati in questo
senso da tutte le rappresentanze politiche del Consiglio
regionale. Imbarazza il fatto che la Regione ? l’ente che delega
progetto e opere di propria competenza al Consorzio e sar? poi
anche l’ente che provveder? ai procedimenti autorizzatori che
sono a carico del Consorzio delegato”.
“Ci sono molte domande a cui ? necessario dare risposta, anche
perch? proprio oggi, in Aula, l’assessore all’Agricoltura ha
detto che la Regione non ha controllo sulle scelte dei Consorzi.
Ci chiediamo: perch? i progetti che non riusciamo a vedere, ma
con riferimento ai quali scorrono i milioni di euro dei
contribuenti, sono secretati dalla Regione? O dal Consorzio di
bonifica della Venezia Giulia? Non vorremmo che, per leggere dei
documenti progettuali e assicurarci della loro coerenza con
l’interesse pubblico alla salvaguardia del fiume, i cittadini e i
suoi rappresentanti debbano rivolgersi alla Magistratura, e ancor
prima alla Corte dei conti”, conclude la nota.
ACON/COM/mv
121958 DIC 24
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