
Il libro di Enzo Cirillo, “Mani Pulite: fu vera gloria? Perché non è mai morta la Prima Repubblica e perché l’Italia rischia” , è un viaggio intricato e dettagliato nei meandri di una stagione cruciale della storia italiana. Con lo stile di un cronista esperto e il rigore di un analista, Cirillo intreccia memoria personale e inchiesta giornalistica per illuminare le ombre di Tangentopoli e delle sue conseguenze politiche, sociali e istituzionali. L’autore non si limita a raccontare il decennio degli anni ’80 e ’90, segnato dal crollo del sistema partitico tradizionale e dall’ascesa di nuove forze politiche, ma esamina con crudo realismo la continuità delle logiche di corruzione e malgoverno che, secondo lui, non si sono mai davvero interrotte. Attraverso episodi emblematici – dalle “carceri d’oro” agli appalti delle Ferrovie, fino agli scandali delle Colombiadi e delle grandi opere – Cirillo dimostra come il “sistema tangentizio” abbia permeato ogni livello della politica e della pubblica amministrazione, senza risparmiare la magistratura oi media.
Il libro ha una duplice anima. Da un lato, propone un’indagine storica precisa e dettagliata, avvalendosi di testimonianze dirette e di una profonda conoscenza del sistema giudiziario e amministrativo. Dall’altro, si sofferma su una riflessione filosofica e morale, richiamando autori come Simone Weil e intrecciando le sue idee con l’analisi della degenerazione etica del potere. Questo approccio rende il testo non solo un’inchiesta, ma anche una denuncia della crisi dei valori che attraversa le istituzioni italiane.
Cirillo affronta con coraggio una domanda scomoda: Mani Pulite ha davvero cambiato l’Italia? La risposta, implicita nel sottotitolo e nei molti esempi citati, è negativa. Tangentopoli non avrebbe creato gli anticorpi necessari per trasformare il Paese, lasciando intatte le dinamiche di corruzione e compromesso. La speranza di un rinnovamento politico – incarnata simbolicamente dalla figura di Antonio Di Pietro e del pool di Milano – si è infranta contro la realtà di un sistema troppo radicato per essere estirpato. La narrazione di Cirillo è incisiva, talvolta amara, sostenuta da un’ironia tagliente che non risparmia nessuno. Pur essendo ricco di riferimenti e dettagli tecnici, il libro mantiene una leggibilità adatta anche a un pubblico non specializzato. La presenza di documenti inediti e il richiamo a episodi poco noti arricchiscono ulteriormente l’opera, rendendola una fonte preziosa per comprendere un’epoca di profondi cambiamenti.
“Mani Pulite: fu vera gloria?” non è solo un libro di storia o di denuncia. È un monitoraggio per il presente e il futuro, un invito a interrogarsi sulle radici profonde di una crisi che non è solo politica, ma culturale e morale. Cirillo ci ricorda che, per costruire un Paese più giusto, non basta abbattere un sistema corrotto: bisogna anche creare le basi per una cultura della legalità e della responsabilità che coinvolga tutte le istituzioni e la società civile.
Un testo imprescindibile per chi vuole comprendere l’Italia di ieri e di oggi, con uno sguardo attento e disincantato su ciò che potrà essere domani.