
(AGENPARL) – ven 22 novembre 2024 *LA REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE/SÜDTIROL VALORIZZA IL CASTELLIERE DEL DOSS
DI PIGUI, TESTIMONIANZA DELL’ANTICA CIVILTÀ LADINA*
La Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, su proposta
dell’assessore regionale alle minoranze linguistiche *Luca Guglielmi*, ha
approvato il finanziamento di un importante progetto di valorizzazione del
sito archeologico del Doss di Pigui, nel Comune di Mazzin, in Val di Fassa.
Questo castelliere, risalente alla seconda età del ferro (circa 1.000 anni
a.C.), fu abitato stabilmente per secoli, rappresentando un centro vitale e
articolato che smentisce l’idea che le valli ladine fossero territori
isolati e vergini.
Il sito, caratterizzato da un perimetro di pietra nascosto per secoli sotto
la vegetazione e l’argilla, venne riportato alla luce nell’estate del 1979,
con il rinvenimento di cinque focolari, terrazze di imponenti dimensioni, e
due macine di pietra – una in granito e una in porfido, materiali importati
da popolazioni esterne alla Val di Fassa. Sono emersi inoltre reperti in
ceramica e terracotta, come scodelle e piatti decorati, che testimoniano
l’esistenza di botteghe di produzione e una fiorente attività artigianale.
Questi reperti, custoditi presso il Museo Ladino di Fassa, confermano che
già in epoca remota la valle era attraversata da una rete stabile di vie di
comunicazione, smentendo la visione di un territorio isolato. Il
castelliere di Doss di Pigui è inoltre considerato uno dei principali
insediamenti dei Reti, popolazione vissuta in Val di Fassa nel V secolo
a.C., precursori della civiltà romana. È proprio dall’incontro tra la
cultura dei Reti e quella romana che ha avuto origine la lingua ladina.
Grazie alla deliberazione della Giunta regionale, la Regione finanzierà
l’80% della spesa ammessa (pari a 106.659 euro) per la valorizzazione del
sito, considerato un simbolo della memoria storica e culturale delle valli
ladine.
“Il Doss di Pigui rappresenta un tassello fondamentale della nostra storia
– ha ricordato* Guglielmi -* con questo progetto di valorizzazione non solo
preserviamo un luogo di grande importanza archeologica, ma rafforziamo il
legame delle comunità locali con le proprie radici e promuoviamo il dialogo
interculturale. È la testimonianza di una civiltà aperta, connessa e ricca
di cultura, che ha molto da insegnare anche oggi.”
Le prime intuizioni sull’antichità delle valli ladine furono avanzate
dall’antropologo Karl Felix Wolf, il quale ipotizzò che queste terre
fossero colonizzate fin dall’età del ferro. Le sue teorie furono confermate
negli anni ’60 grazie agli scavi guidati prima dal sacerdote Frumezio
Ghetta e dopo dall’Istituto Culturale Ladino di Vigo.
Con questo intervento, la Regione ribadisce il proprio impegno nella tutela
delle minoranze linguistiche e culturali, continuando a sostenere progetti
che rafforzano l’identità storica del territorio e la consapevolezza delle
sue antiche radici.
*INTERVISTA LUCA GUGLIELMI ITA*
*https://we.tl/t-fLG8g6GtEr *
*INTERVISTA LUCA GUGLIELMI LAD*
*https://we.tl/t-oPlUCdt9Mt *
*GIUNTA REGIONALE*
*https://we.tl/t-NNvcwx8MyX *
*FOTO*
*https://we.tl/t-8IRA9Mtr3I *
*DIE REGION TRENTINO-SÜDTIROL FINANZIERT VERBESSERUNGSARBEITEN AN DER
FUNDSTÄTTE DOSS DI PIGUI, EINEM ZEUGNIS DER ANTIKEN LADINISCHEN KULTUR *
Die Autonome Region Trentino-Südtirol hat auf Vorschlag des Assessors für
Sprachminderheiten Luca Guglielmi eine Finanzierung für ein bedeutendes
Aufwertungsprojekt rund um die archäologische Fundstätte Doss di Pigui in
der Gemeinde Mazzin im Val di Fassa genehmigt. Die befestigte Siedlung aus
der zweiten Eisenzeit (ca. 1.000 v. Chr.) war jahrhundertelang dauerhaft
bewohnt und stellte ein lebendiges und reges Zentrum dar, was der
Vorstellung widerspricht, dass die ladinischen Täler abgelegene und
unberührte Gebiete waren.
Die Fundstätte, die von einem jahrhundertelang unter Vegetation und Lehm
verborgenen Steinwall umgeben ist, wurde im Sommer 1979 durch die
Entdeckung von fünf Feuerstellen, Terrassen von beeindruckenden Ausmaßen
und zwei Mühlsteinen – einem aus Granit und einem aus Porphyr, zwei
Materialien, die nicht aus dem Fassatal stammen und von anderen Völkern
hierher gebracht wurden – ans Licht gebracht. Auch Keramik- und
Terrakotta-Artefakte wie verzierte Schalen und Teller tauchten auf, was auf
die Existenz von Werkstätten und einer blühenden handwerklichen Tätigkeit
hindeutet.
Diese Funde, die im „Museo Ladino di Fassa“ aufbewahrt werden, bestätigen,
dass das Tal schon in der Antike von einem festen Netz von Verkehrswegen
durchzogen war, was die Vorstellung von einem abgelegenen Gebiet widerlegt.
Der Castelliere Doss di Pigui gilt auch als eine der größten Siedlungen der
Räter, einer Bevölkerung, die im 5. Jahrhundert v. Chr. im Fassatal lebte
und Vorläufer der römischen Kultur war. Aus dem Zusammentreffen der
rätischen mit der römischen Kultur ist die ladinische Sprache entstanden.
Dank des Beschlusses der Regionalregierung finanziert die Region 80 % der
zugelassenen Ausgabe (gleich 106.659 Euro) für die Verbesserungsarbeiten
der Fundstätte, die ein Symbol des historischen und kulturellen
Gedächtnisses der ladinischen Täler ist.
*Guglielmi* sagte: „Der „Doss di Pigui” ist ein wichtiges Stück unserer
Geschichte und mit diesem Aufwertungsprojekt bleibt nicht nur ein
archäologisch bedeutsamer Ort erhalten, sondern es wird auch die Verbindung
zwischen den lokalen Gemeinschaften und ihren Wurzeln gefestigt und der
interkulturelle Dialog gefördert. Die Stätte ist ein Zeugnis für eine
aufgeschlossene, miteinander verbundene Gemeinschaft mit einer reichen
Kultur, von der man auch heute noch viel lernen kann.“
Die ersten Erkenntnisse über das Altertum in den ladinischen Tälern stammen
vom Anthropologen Karl Felix Wolf, der die Hypothese aufstellte, dass diese
Gebiete bereits in der Eisenzeit besiedelt waren. Seine Theorien wurden in
den 60er Jahren durch Ausgrabungen bestätigt, die zunächst vom Priester
Frumenzio Ghetta und später vom Ladinischen Kulturinstitut in Vigo
durchgeführt wurden.
Mit dieser Maßnahme bekräftigt die Region ihr Engagement für den Schutz der
sprachlichen und kulturellen Minderheiten und unterstützt weiterhin
Projekte, die die historische Identität des Gebiets und das Bewusstsein für
seine alten Ursprünge stärken.
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Saluti
Davide Cordua
ufficio stampa Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol
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