
Secondo fonti statunitensi, il presidente uscente Joe Biden ha autorizzato l’uso da parte dell’Ucraina di missili a lungo raggio ATACMS per raggiungere obiettivi sul territorio russo, segnando un’escalation significativa nel conflitto proprio mentre l’amministrazione Biden si avvia alla conclusione e si prepara l’insediamento di Donald Trump, il quale ha espresso l’intenzione di stabilire un accordo di pace. Questa decisione potrebbe complicare gli sforzi diplomatici del presidente eletto, che ha già iniziato colloqui informali per porre fine alla guerra.
L’allentamento delle restrizioni sugli ATACMS e i rischi di escalation
In precedenza, l’uso degli ATACMS americani era consentito a Kiev solo su territorio ucraino e nelle aree occupate dalla Russia, come la Crimea. Biden aveva finora esitato ad autorizzare attacchi oltre confine per evitare un’escalation, considerando anche il rischio di un possibile impiego di armi più potenti da parte di Mosca e le crescenti alleanze tra la Russia e Paesi avversari degli Stati Uniti, come l’Iran. Tuttavia, secondo il Washington Post e il New York Times , la recente presenza di truppe nordcoreane nella regione russa di Kursk avrebbe spinto Biden a rivedere le sue posizioni.
L’allentamento delle restrizioni sui missili ATACMS permetterebbe inizialmente attacchi limitati nella regione di Kursk, dove le forze ucraine avevano già condotto incursioni durante l’estate. Sebbene questo sia il piano iniziale, alcuni funzionari suggeriscono che l’amministrazione potrebbe valutare ulteriori attacchi in altre aree russe.
Tensioni tra le agende di Biden e Trump
La decisione di Biden appare in contrasto con l’approccio diplomatico annunciato da Trump, che ha già avviato conversazioni con i principali leader internazionali per negoziare una soluzione pacifica al conflitto. Trump avrebbe tenuto contatti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e con il presidente russo Vladimir Putin, cercando di evitare un’escalation prima del suo insediamento. La sua strategia prevede potenzialmente la riduzione dei finanziamenti militari all’Ucraina, facendo pressione su Zelenskyj affinché accetti una soluzione diplomatica. Tuttavia, Zelenskyj ha dichiarato di non essere disposto a considerare secondo che implica la cessione di territori attualmente in mano alla Russia.
Il supporto internazionale per l’Ucraina ei rischi per l’Europa
Gli alleati europei degli Stati Uniti hanno già avviato discussioni sul sostegno finanziario a Kiev, qualora Trump decida di ridurre gli aiuti. Il gruppo G7 e il “Triangolo di Weimar” — Francia, Germania e Polonia — stanno esplorando opzioni per aumentare il sostegno economico, ma la crisi di bilancio nei principali governi europei potrebbe ostacolare la sostenibilità di questi sforzi.
Antony Blinken, Segretario di Stato americano, ha sottolineato mercoledì l’intenzione di Biden di utilizzare tutti i fondi disponibili per l’Ucraina entro il 20 gennaio, data dell’insediamento di Trump. Nel frattempo, le nazioni del G7 hanno riaffermato il loro impegno a sostenere l’Ucraina “finché sarà necessario”, nonostante l’incertezza sull’entità del sostegno della prossima amministrazione.
La recente offensiva russa e l’inasprimento del conflitto
La Russia ha intensificato i propri attacchi in Ucraina, con un’offensiva su vasta scala che, secondo il presidente Zelenskyj, ha coinvolto oltre 120 missili e 90 droni contro infrastrutture ucraine. La nuova autorizzazione concessa all’Ucraina per attacchi con missili ATACMS sul suolo russo potrebbe rappresentare una risposta indiretta a queste operazioni, ma aumenterebbe anche il rischio di ulteriori rappresaglie da parte di Mosca.
Considerazioni finali
L’approvazione di Biden per l’uso dei missili a lungo raggio all’interno della Russia rappresenta un cambiamento di rotta significativo e aumenta la complessità geopolitica a pochi mesi dall’insediamento di Trump. Con la possibilità di un futuro ridimensionamento degli aiuti statunitensi, le opzioni diplomatiche si fanno sempre più pressanti. La gestione di questo passaggio delicato sarà cruciale per evitare una possibile escalation e mantenere l’equilibrio tra i piani di pace della nuova amministrazione e la determinazione dell’Europa a sostenere l’Ucraina.