
La missione di pace in Europa, promessa dal presidente eletto Donald Trump come impegno chiave della sua campagna, incontra la resistenza di alcuni dei principali alleati della NATO. Secondo nuove rivelazioni, Regno Unito, Francia e Polonia stanno pianificando misure per sostenere militarmente l’Ucraina anche qualora la nuova amministrazione americana dovesse ridurre il supporto a Kiev e cercare un cessate il fuoco con Mosca.
Un’alleanza per la vittoria totale dell’Ucraina
Secondo un’inchiesta del Daily Telegraph , figure chiave dei governi britannico e francese stanno sviluppando una strategia per garantire che l’Ucraina possa continuare a difendersi. Tra le opzioni in discussione, emerge il “Piano Vittoria” del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che punta a una completa riconquista dei territori occupati, una linea dura che non coincide con i possibili accordi di pace su cui Trump starebbe riflettendo, incluso uno scambio territoriale o la creazione di una zona demilitarizzata.
Il primo ministro britannico, Sir Keir Starmer, è in visita a Parigi e ha discusso con il presidente francese Emmanuel Macron le strategie di difesa comune, esaminando persino l’ipotesi di una fornitura autorizzata di missili un lungo raggio per attacchi in profondità all’interno del territorio russo. L’Ucraina ha richiesto per mesi l’autorizzazione a usare queste armi avanzate, una mossa che la precedente amministrazione Biden ha frenato per evitare un’escalation diretta con Mosca. Tuttavia, l’intenzione è di garantire a Kiev la massima capacità di difesa entro il 20 gennaio, quando Trump dovrebbe insediarsi e potrebbe modificare la politica estera americana.
Polonia e la coalizione anti-Trump
Alla “coalizione di resistenza” anti-Trump si aggiunge la Polonia, sotto la guida del primo ministro Donald Tusk. Tusk, convinto sostenitore della NATO, ha espresso preoccupazione per un possibile accordo di pace che lasci l’Ucraina in una posizione debole rispetto alla Russia. “La fine della guerra rappresenterebbe una minaccia fondamentale per la Polonia”, ha dichiarato Tusk, facendo riferimento alla vicinanza geografica della Polonia a Kaliningrad e alla Bielorussia, alleati di Mosca. Nei prossimi giorni Tusk è atteso un incontro con Starmer, Macron e il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, per discutere strategie condivise di supporto all’Ucraina.
Un confronto tra visioni diverse per il futuro dell’Europa
Secondo il Telegraph , la posizione di questi Paesi europei potrebbe essere percepita da Trump come un tentativo di minare l’autonomia della politica estera americana. La posizione dell’ex presidente rappresenta infatti una svolta significativa per gli equilibri internazionali, basata su una visione più pragmatica di relazioni con la Russia, che includerebbe compromessi territoriali e una riduzione del coinvolgimento militare americano in Europa.
Gli sforzi di Trump verso un accordo di pace hanno già trovato eco in Germania: Trump ha recentemente parlato con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, e Berlino ha espresso la volontà di lavorare con Washington per una pace stabile. Tuttavia, il ruolo di paesi come Regno Unito, Francia e Polonia resta cruciale, dato che, come riportato dai media britannici, esistono preoccupazioni su come assicurare che la pace sia “favorevole agli interessi europei”.
Scenari futuri: una zona demilitarizzata o una linea di difesa europea?
Una delle opzioni prese in considerazione in caso di cessazione del fuoco prevede la creazione di una zona demilitarizzata lungo una “linea di 800 miglia” tra Ucraina e Russia, monitorata dalle truppe europee. Questa misura rappresenterebbe un compromesso che richiederebbe il dispiegamento a lungo termine di migliaia di soldati europei, sul modello della storica presenza britannica del “British Army of the Rhine” che sorvegliava il fronte occidentale durante la Guerra Fredda.
In questo contesto, le divergenze su come affrontare la guerra ucraina-russa illustrano divisioni tra l’Europa e la presidenza Trump, segnando un momento cruciale per la definizione della politica transatlantica e del ruolo dell’Europa nelle questioni di sicurezza globale.