
(AGENPARL) – gio 31 ottobre 2024 100ª Giornata Mondiale del Risparmio
1924-2024: Cento anni di cultura del risparmio
Il video e il testo degli interventi: https://www.acri.it/eventi/100-giornata-mondiale-risparmio/
Roma, 31 ottobre 2024. Alla presenza del Presidente della Repubblica, è stata celebrata oggia Romala 100ª edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, istituita nell’ottobre del 1924 in occasione del 1° Congresso Internazionale del Risparmio, e da allora organizzata annualmente da Acri, l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio Spa. Quest’anno il tema della Giornata è “1924-2024: Cento anni di cultura del risparmio”. Insieme al Presidente di Acri, Giovanni Azzone, sono intervenuti: il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli.
Estratto dell’intervento del presidente di Acri Giovanni Azzone:
«Al netto di alcune brevi interruzioni, nel corso del secolo trascorso, il risparmio degli italiani ha continuato a crescere, arrivando oggi a superare 5mila miliardi, attestando l’Italia ai primi posti tra i paesi della Ue per propensione al risparmio, pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età. Si tratta di un dato importante, che però non deve portare a dimenticare alcuni punti meritevoli di attenzione.
Innanzitutto, dobbiamo continuare a lavorare sul fronte dell’educazione finanziaria delle giovani generazioni. Il dato sull’alfabetizzazione finanziaria degli italiani, seppur in crescita negli ultimi anni, ci pone ancora al di sotto della media dei Paesi Ocse. La direzione però è corretta: penso a titolo di esempio al Mese dell’educazione finanziaria promosso da MEF, Banca d’Italia, Abi e Feduf (cui partecipa anche l’Acri) e alla recente introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi della scuola a partire dalla primaria.
Il secondo aspetto è quello dell’inclusione finanziaria delle donne e delle persone anziane. In Italia una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome. Inoltre, le donne, scontando un grave divario salariale, accedono con più difficoltà a prestiti e forme di previdenza complementare. Allo stesso tempo, la transizione tecnologica e digitale rischia di escludere dall’accesso a servizi essenziali (a causa del digital divide) una fascia importante e crescente della popolazione, quella delle persone anziane. Su entrambi questi fronti l’Abi ha già avviato una seria riflessione, che sta iniziando a dare frutti, ma lo scenario non può non destare preoccupazione e soprattutto sollecitare un’azione decisa per individuare soluzioni.
La rivoluzione digitale ha, peraltro, generato molteplici opportunità legate al risparmio: l’emergere di nuovi intermediari finanziari, la diffusione di cripto valute e di monete elettroniche, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione degli investimenti. Opportunità che sono però accompagnate da complessità e rischi crescenti e che rafforzano ulteriormente la rilevanza dell’educazione finanziaria.
Ultimo, ma non meno importante, tema è quello della cosiddetta immobilità del risparmio. Nel nostro Paese è prevalentemente fermo sui conti correnti. Solo una minima percentuale viene investita in aziende che operano sul territorio nazionale e che possono generare occupazione e creare valore condiviso. Il Governo ha allo studio alcune misure per incentivare e accompagnare una radicale inversione di tendenza in questo campo, che potrebbe rivelarsi un potente volano di crescita per il sistema economico nazionale.
Il risparmio, infatti, non è neutro. Può rimanere circoscritto, allargando di fatto le disuguaglianze esistenti, o può essere investito e creare valore per la comunità, trasformarsi in bene collettivo: finanziando infrastrutture energetiche, di telecomunicazione e di trasporto per rendere più attrattivo il nostro territorio, sostenendo la crescita delle imprese per creare nuovi posti di lavoro, supportando il Terzo settore per rafforzare la coesione sociale nel Paese. Questo lo sanno i tanti italiani che ogni anno donano al non profit più di 6 miliardi di euro, oltre al proprio tempo, impegnandosi nelle attività di volontariato.
Per questo, “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio”, come afferma la Costituzione all’articolo 47. Perché siamo tutti coinvolti, in maniera sussidiaria – Istituzioni, imprese, corpi intermedi, cittadini – in questo impegno collettivo, che andrà a vantaggio del bene comune.