
Il panorama politico europeo è stato scosso da un’altra svolta storica: il Partito della Libertà d’Austria (FPÖ) ha conquistato il primo posto alle elezioni per il Consiglio nazionale, segnando un momento senza precedenti nella storia della Seconda Repubblica d’Austria. Per la prima volta dalla sua fondazione nel 1956, il partito populista guidato da Herbert Kickl ha ottenuto una vittoria schiacciante, con il 29,2% dei voti totali, superando i partiti istituzionali che da tempo dominano la scena politica del paese.
Temi cruciali come l’immigrazione di massa, la crisi economica che sta investendo tutta l’Unione Europea e la crescente opposizione al sostegno alla guerra in Ucraina hanno alimentato il successo dell’FPÖ. Il partito ha capitalizzato su una profonda insoddisfazione dell’elettorato verso le politiche del governo e la percezione di un allontanamento delle istituzioni dai bisogni reali dei cittadini.
L’attuale cancelliere Karl Nehammer, leader del Partito Popolare Austriaco (ÖVP), si è fermato al 26% dei voti. Nehammer ha immediatamente escluso la possibilità di una coalizione con l’FPÖ, affermando che “non è possibile formare una coalizione con un complottista”, in riferimento a Kickl. Tuttavia, questa scelta potrebbe mettere in difficoltà il cancelliere, dato che l’ÖVP e i suoi partner di coalizione, i Verdi, non hanno abbastanza sostegno per mantenere il controllo del governo.
Secondo le proiezioni iniziali, l’FPÖ otterrebbe 58 seggi nel Consiglio nazionale, seguita dall’ÖVP con 52 seggi e dal Partito Socialdemocratico (SPÖ) con 41 seggi, fermo al 21% dei voti. Il partito liberale NEOS ottiene 17 seggi con il 9% dei voti, mentre i Verdi, che hanno governato in coalizione con l’ÖVP, conquistano solo 15 seggi, con l’8%.
Nonostante la storica vittoria, la quota di voti dell’FPÖ, pur elevata, non è significativamente superiore ai suoi precedenti risultati, come il 26% ottenuto nel 1999. Tuttavia, in un’epoca in cui i partiti tradizionali raccoglievano consensi più ampi, l’attuale frammentazione politica rende il risultato dell’FPÖ particolarmente rilevante. Il 29% rappresenta la più bassa percentuale mai registrata per un partito vincitore di elezioni nazionali in Austria dal 2013, segnalando un cambiamento nelle dinamiche politiche del paese.
Le elezioni di domenica aprono ora scenari complessi per la formazione del governo. La difficoltà di creare una maggioranza potrebbe spingere i partiti tradizionali, come l’ÖVP e l’SPÖ, a cercare un accordo per formare una coalizione di blocco contro l’FPÖ. Questa strategia, già vista in altri paesi europei come l’Italia e la Svezia, potrebbe servire a impedire a Kickl di assumere il potere, ma rischia di alimentare ulteriormente il consenso verso i populisti in caso di fallimento.
Herbert Kickl, ex ministro degli Interni noto per la sua retorica contro l’immigrazione e le restrizioni legate alla pandemia, ha ribadito dopo la vittoria che il suo partito è pronto a governare. Kickl ha promesso di non rinunciare alle sue posizioni, inclusa la richiesta di una “Fortezza Austria” per bloccare i richiedenti asilo e di politiche di “reimmigrazione” per incoraggiare il rimpatrio degli stranieri.
La vittoria dell’FPÖ è stata accolta con entusiasmo dai movimenti populisti di tutta Europa. Geert Wilders, leader olandese del Partito per la Libertà, ha celebrato il risultato su X (ex Twitter), dichiarando: “Stiamo vincendo! I tempi stanno cambiando! Identità, sovranità, libertà e niente più immigrazione illegale sono ciò che desiderano decine di milioni di europei!”. La crescente opposizione ai flussi migratori e la riscoperta di temi legati alla sovranità nazionale sono diventati il fulcro delle campagne di molti partiti populisti in Europa, creando una vera e propria rete di supporto transnazionale.
Il successo di Kickl e dell’FPÖ riflette una tendenza più ampia di cambiamento politico che sta attraversando molti paesi europei. La crescente sfiducia verso le istituzioni tradizionali e la percezione di un’élite politica distante dai problemi reali dei cittadini hanno alimentato il consenso verso movimenti anti-establishment.
Anche se l’FPÖ non dovesse riuscire a entrare nel governo, la sua vittoria segna un momento di svolta che influenzerà profondamente il futuro politico dell’Austria e potrebbe ispirare ulteriori successi dei populisti in tutta Europa.