(AGENPARL) – gio 05 settembre 2024 Comunicato stampa
5 settembre 2024
Concessioni balneari: inconcepibile l’ennesima proroga delle concessioni balneari. Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato e dell’AGCM è necessario e urgente adeguarci alla normativa.
Era appena il 29 agosto quando, nell’ambito delle pagelle assegnate in tema di turismo per l’estate 2024, denunciavamo i ritardi nella predisposizione delle gare per le concessioni balneari.
Una storia infinita, che si protrae ormai da molti anni, con un’unica costante: la ritrosia dei governi a resistere alle pressioni della categoria dei balneari, mettendo la parola fine alla quesitone e adeguandosi alle regole piuttosto che prorogare la scadenza delle concessioni.
Una tendenza a cui anche l’attuale governo ha deciso di non sottrarsi: con sorpresa leggiamo sulle agenzie di stampa che le concessioni balneari sono prorogate fino al settembre 2027 (guarda caso la proroga coincide con la fine del mandato del Governo…) e addirittura, in caso di ragioni oggettive che impediscono il completamento della procedura di gara, possono essere ulteriormente rimandate al 31 marzo 2028. Si tratta delle prime anticipazioni sul contenuto della bozza del decreto che prevede “Disposizioni urgenti in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive” in discussione ieri al Consiglio dei Ministri.
Addirittura, si rimandano a fine marzo 2025 alcuni atti preliminari e necessari alla predisposizione delle gare, quali: i criteri di individuazione dei canoni, il loro valore e i criteri per gli indennizzi ai concessionari uscenti. In questo modo, di fatto, si legano le mani anche ai comuni che volessero anticipare le gare.
Un ennesimo rinvio che si scontra con il pronunciamento del Consiglio di Stato, che aveva confermato la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre del 2023 e con l’AGCM, che più volte ha espresso la necessità di provvedere all’immediata messa a bando delle concessioni, pena il ricorso al TAR che ha paventato già a molti Comuni. Con disappunto, ma senza sorprese, apprendiamo dell’ennesima proroga!
Si tratta di un nuovo provvedimento, a nostro avviso, contrario alla Direttiva Bolkenstein del 2006, che posticipa nuovamente l’attuazione di giuste iniziative a tutela dei cittadini, del settore turistico e delle nostre coste e rimaniamo sorpresi nell’apprendere che, come pare, dopo quasi 20 anni, il nostro Governo abbia concordato con la Commissione Europea lo slittamento delle scadenze.
Federconsumatori, da tempo, sottolinea quanto sia urgente e necessario dare corso alle gare il prima possibile, introducendo misure atte a garantire la corretta e trasparente concorrenza nel settore e in grado di tutelare il nostro patrimonio marittimo/balneare.
Nell’affrontare questa materia ci si scorda troppo spesso che il demanio marittimo è un bene pubblico e pertanto appartiene a tutti i cittadini. Secondo tale principio il suo utilizzo, se pur dato in concessione, deve tenere conto prima di tutto, degli interessi dei cittadini e del rispetto dell’ambiente marino. Nei bandi, quindi, devono essere previsti, oltre all’equa remunerazione degli investimenti effettuati (come previsto leggendo le prime anticipazioni), anche e soprattutto parametri a tutela dei cittadini, con particolare riguardo a quelli con disabilità, che hanno diritto ad accedere alle spiagge, della sostenibilità sociale e ambientale. In tale ottica è necessario inserire nel disegno di legge una congrua ridefinizione della percentuale di spiagge libere, sostenibili e accessibili.
Inoltre, alla luce anche degli episodi che molti cittadini ci hanno segnalato (a partire dal divieto di portare cibo in spiaggia), è fondamentale prevedere, quale criterio per l’assegnazione delle concessioni, anche il rispetto dei diritti dei consumatori: disponendo dei limiti agli aumenti di prezzo ingiustificati e speculativi a cui assistiamo ogni estate, l’obbligo di fornire servizi ausiliari alla balneazione (per es., salvataggio e prime cure), imponendo la tutela della buona occupazione, con l’obbligo di rispettare i contratti di lavoro, a pena di revoca della concessione.
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